Giallo sul video con gli ultimi minuti di Ramy. Non è agli atti ma è stato trasmesso in tv

Il filmato non è nel fascicolo. Il carabiniere: "Consegnato"

Incidente Ramy
Incidente Ramy
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E adesso spunta anche il giallo sull'ultimo video «inedito». Sì, ci mancava proprio l'ennesimo punto interrogativo nella già complessa inchiesta della procura di Milano sull'inseguimento da parte di una pattuglia dei carabinieri che all'alba del 24 novembre ha portato alla morte del 19enne Ramy Elgaml (nella foto) e al ferimento del suo amico di 22 anni Fares Bouzidi (che guidava lo scooter) alla periferia sud della città. Parliamo delle sequenze mostrate integralmente giovedì sera su Rete4 nel programma condotto da Paolo Del Debbio, «Dritto e Rovescio» ricavate dalla bodycam, la microcamera che uno dei carabinieri intervenuti indossava e che documentano le fasi del soccorso al termine dell'inseguimento. Per intenderci la serie di immagini che, tra l'altro, immortalano uno dei carabinieri (quello che guidava l'ultima macchina inseguitrice) che cerca di rianimare con un massaggio cardiaco Ramy, mentre un altro militare soccorre Fares. «Uno si muove (...) manda un'ambulanza», si sente dire. Ecco: una parte dei filmati trasmessi da Mediaset non risulta depositata agli atti e, di conseguenza, i magistrati adesso vogliono capire se l'assenza di quei fotogrammi nel fascicolo sia dipesa dalla mancata consegna da parte del carabiniere o da altro. Il militare dell'Arma (non indagato ma già perquisito) venerdì in procura, dov'è stato convocato proprio per dare conto su quanto andato in onda, ha sostenuto di aver consegnato immediatamente agli inquirenti, insieme agli altri video, anche quelle immagini. Così, in queste ore vengono svolte una serie di verifiche tecniche per accertare se la ragione del mancato deposito di quei filmati sia imputabile a problemi tecnici o se ci siano altre responsabilità.

Vanno avanti intanto le indagini per accertare quanto avvenuto la notte dell'incidente mortale per cui risultano indagati per omicidio stradale sia Fares che un vice brigadiere dell'Arma, quello alla guida dell'autoradio. Ai primi di febbraio è atteso il risultato della consulenza cinematica che dovrà ricostruire nei particolari la dinamica. Anche ieri mattina l'ingegnere Domenico Romaniello, a cui sono state affidate le verifiche, si è recato sul luogo dell'incidente stradale - all'angolo tra via Ripamonti e via Quaranta - per effettuare ulteriori rilievi.

Dopo che sempre venerdì e secondo le valutazioni emerse dall'inchiesta della procura meneghina, non ci sarebbe stata violazione di regole, protocolli o norme penali nelle modalità dell'inseguimento dei carabinieri di quella notte, arrivano però anche le polemiche su tutte le illazioni partorite nel frattempo dal centrosinistra a Milano sull'opportunità o meno dell'inseguimento da parte dei carabinieri. In particolare le dichiarazioni dell'ex prefetto Franco Gabrielli, attualmente consulente per la sicurezza del Comune di Milano, che aveva criticato proprio le modalità dell'inseguimento.

«Attendiamo le reazioni di certa vergognosa sinistra che preferisce giustificare chi delinque anziché difendere le nostre Forze dell'Ordine» ha commentato il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini sui social.

Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, ribadisce quanto aveva dichiarato qualche giorno fa: «Gabrielli ha perso un'ottima occasione per tacere».

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