I controlli, poco più di un anno fa, erano stati fatti. Ma dopo quanto accaduto in Abruzzo, saranno effettuati di nuovo, e in maniera ancora più approfondita. Per accertare una volta per tutte se alcune grandi opere realizzate in Sicilia dalla Calcestruzzi spa sono sicure o se invece, come ipotizzato dall'accusa che vede indagata l'azienda bergamasca, sia stato utilizzato cemento impoverito in modo da creare "fondi neri" per pagare il pizzo alla mafia.
Gli ulteriori accertamenti sulle opere pubbliche siciliane sono stati disposti dalla procura di Caltanissetta. La decisione è scaturita da quanto emerso in sede di incidente probatorio, nell'ambito del procedimento in corso davanti al gip nisseno Giovanbattista Tona, nel quale sono indagate sette persone, per lo più ex dipendenti della Calcestruzzi spa, e la stessa holding lombarda del cemento. I legali dell'azienda hanno sempre sostenuto che non c'è stata alcuna anomalia, e che per le opere realizzate la Calcestruzzi spa ha utilizzato sempre i materiali previsti. I magistrati però vogliono vederci chiaro. Anche perché strade e edifici che, potenzialmente, potrebbero essere a rischio in caso di calamità naturali o usura non sono certo robetta. A cominciare proprio dal luogo in cui i magistrati titolari dell'indagine lavorano, il palazzo di Giustizia di Caltanissetta. Accertamenti saranno compiuti anche nell'ala in costruzione dell'ospedale Sant'Elia, sempre a Caltanissetta. Ed ancora, alla diga foranea di Gena, nella galleria Cozzo Minneria lungo la Messina Palermo e in un altro tratto della A20 che collega il capoluogo siciliano alla città dello Stretto, lo svincolo di Castelbuono. Disposte verifiche infine pure sulla strada a scorrimento veloce Licata-Torrente Braemi.
La procura di Caltanissetta ha nominato come consulenti il professor Nunzio Scibilia, docente di Tecnica delle costruzioni all'Università di Palermo, e il professor Giuseppe Mancini, del Politecnico di Torino. A loro il compito di verificare se il cemento utilizzato sia buono o se invece sia depotenziato.
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