Una cena al buio? Come al ristorante (ma si fa a casa)

Sedersi a tavola con otto perfetti sconosciuti e, a fine serata, ritrovarsi con otto nuovi amici. È lo spirito che ha ispirato una nuova tendenza, sbarcata a Milano da pochi mesi e già sperimentata da moltissime persone.
È «hidden kitchen», la «cena al buio», che permette di mangiare piatti da gourmet come in un ristorante e, al tempo stesso, di socializzare in un ambiente più caldo e intimo. La moda arriva dalle grandi metropoli estere, con Londra, San Francisco e Parigi in testa. Una persona particolarmente amante della cucina e dell'ospitalità mette a disposizione il proprio appartamento. Pubblicizza la serata attraverso i social network e, una volta ottenute le adesioni, sceglie chi far partecipare alla sua cena. Chi si iscrive paga una quota di partecipazione - di solito intorno ai 40 o 50 euro - e prima della cena conosce solo il menu. Tutto il resto è una sorpresa. Dall'ubicazione, che viene resa nota via email solo poche ore prima dell'appuntamento insieme con l'orario, ai commensali, che vengono svelati solo in occasione della cena.
L'esperimento milanese, l'unico per il momento in città, è stato battezzato «Mà hidden kitchen». Il merito è dell'intraprendenza di Lele e Melissa. Lui è art director, lei lavora nel mondo della moda. Hanno provato personalmente l'esperienza quasi per caso a San Francisco e, una volta rientrati in patria, hanno deciso ripetere l'esperienza aggiungendo un po' di sano made in Italy. Il loro progetto è partito ufficialmente lo scorso marzo, con un sito (www.mahksc.it) e una pagina Facebook attraverso i quali è possibile prenotare. Hanno organizzato la prima cena nella propria abitazione diffondendo gli inviti attraverso internet. In pochissimo tempo sono passati da due cene al mese per otto persone a due alla settimana. E i numeri sono in costante crescita, visto che la lista d'attesa per partecipare arriva fino a un mese, mentre al momento sono circa mille le persone che aspettano di essere ammesse.
Il sabato cucina Melissa, che è libera dal lavoro e si dedica volentieri ai fornelli. Il martedì arriva lo chef Andrea Sposini che, all'occorrenza, organizza anche corsi di cucina per gli ospiti. Il menù, sempre molto ricercato, varia ogni sera e la quota richiesta ai partecipanti sotto forma di donazione cambia in base alla spesa sostenuta per acquistare gli ingredienti. In questi primi mesi di attività è anche stato possibile tracciare l'identikit del commensale tipo: nella maggior parte dei casi è un giovane fra 30 e 40 anni, il più delle volte donna. Non importa che sia single, in coppia o accompagnato da un gruppo di amici: il suo obiettivo è conoscere gente nuova. E una tavola imbandita, si sa, rende tutto più semplice.

Anche perché dopo la cena spesso la serata continua fuori di casa e nei giorni successivi ci si continua a sentire.
L'esperienza milanese ha fatto scuola, ed è stata seguita da diversi altri esempi in Italia. Per esempio Elle Cuisine, nata a Como sulla scia di Mà hidden kitchen.

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