Milano - Sale la rete e scende la carta. Gli anni della crisi, tra il 2007 e
il 2009, segnano la generale espansione dei media gratuiti e la
sostanziale battuta d’arresto di quelli a pagamento e il prezzo
più alto è per la carta stampata con la crescita di quello che
si può definire il "press divide", ovvero l’abbandono dei
giornali a favore dei mezzi digitali.
Più Facebook e meno libri Questo nella crescita
esponenziale del vero e proprio fenomeno dei social network, con
Facebook in testa, un nuovo mezzo che per il 42,4% degli
internauti sottrae tempo alla lettura dei libri. È lo scenario
di progressiva digitalizzazione dei media disegnato nell’ottavo
rapporto Censis/Ucsi, "I media tra crisi e metamorfosi",
presentato oggi a Roma.
La lettura dei quotidiani a pagamento almeno una volta alla
settimana passa dal 67% al 54,8%, invertendo una tendenza
leggermente positiva che si era registrata negli anni
immediatamente precedenti al 2007. Se poi si guarda agli utenti
abituali, ovvero quelli che il giornale lo prendono in mano
almeno tre volte in sette giorni, si passa dal 51,1% del 2007 al
34,5% del 2009. Una flessione non è compensata neanche dalla
free press che rimane stabile (passa dal 34,7% dell’utenza al
35,7%) anche se l’incremento registrato tra i lettori più
istruiti fa pensare che ci sia stata una migrazione da quelli a
pagamento a quelli gratuiti.
Per quanto riguarda i periodici lo scenario non migliora: nel
2009 li legge il 26,1% degli italiani (-14,2%) e quella dei
mensili il 18,6% (-8,1%). Leggera discesa anche nella lettura
dei libri (dal 59,4% del 2007 al 56,5% del 2009), mentre rimane
quasi stabile l’uso dei telefonini (dall’86,4% all’85% con una
leggero calo quindi) ma con un uso molto più parsimonioso
scegliendo magari di mandare sms piuttosto che di connettersi ad
internet.
Rete verso la saturazione Anche per la rete la crescita è minima: dal 45,3% del
2007 si è passati al 47% del 2009. Nel momento in cui la rete
è diventata familiare all’80% dei giovani e al 70% dei soggetti
più istruiti si va verso una dimensione di saturazione e il
dato complessivo può aumentare solo con estrema lentezza.
Tra i più istruiti 65 su 100 hanno un abbonamento alla tv a
pagamento, dato che scende tra i meno istruiti (56%) e i più
anziani (il 56,7% non ha abbonamenti di nessun tipo). A
convincere a guardare questo tipo di tv è la libertà di scelta
(43,6%).
Insomma la dieta mediatica degli italiani ha subito notevoli
cambiamenti e il numero delle persone che ha un rapporto
esclusivo con i media audiovisivi è sostanzialmente stabile
(dal 28,2% al 26,4%), mentre diminuiscono in modo sostanziale
quanti a radio e tv accompagnano la carta stampata (dal 42,8% al
24,9%).
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