Cento: «Il tunnel è irrealizzabile, questo progetto non si farà mai»

da Roma

«Quando dicevo: “La Tav non ci sarà” parlavo del progetto così com’è. L’importanza del Corridoio 5 è chiarita anche nel programma dell’Unione. Questo progetto invece è irrealizzabile». La settimana scorsa il sottosegretario all’Economia, il verde Paolo Cento, aveva sostenuto che la Tav, la linea Torino-Lione, «non sai farà nemmeno negli anni del governo di cui faccio parte». Il sindaco ds di Torino Sergio Chiamparino l’aveva definito, per parlar cortese, «l’ennesimo uovo fatto fuori dal cesto».
Ma ora, a sei giorni di distanza, dopo un incontro idilliaco tra la coordinatrice del corridoio 5 per la Ue Loyola de Palacio e Romano Prodi sull’Alta velocità, Cento chiarisce: «La mia posizione è sempre stata coerente. È giunto il momento di cambiare pagina, di abbandonare l’idea del tunnel e lavorare su un progetto di potenziamento della rete ferroviaria. Siamo convinti che quel tunnel è irrealizzabile dal punto di vista economico, ambientale e sociale».
Sottosegretario Cento, dite quindi no al tunnel di 52 chilometri e sì alla Tav?
«Vogliamo stare dentro l’Europa e i verdi si prenderanno le responsabilità di dire dei sì».
Dall’incontro Prodi-De Palacio è emerso che la Tav è una «priorità». Non è in contraddizione con recenti battaglie ambientaliste?
«L’incontro è stato interlocutorio è ha confermato che il Corridoio 5 è una priorità politica che abbiamo sempre condiviso. È stato però lasciata aperta la questione del tracciato, che sarà oggetto di confronto e di discussione. Noi siamo convinti che il tunnel è irrealizzabile. La palla passa ora al tavolo che dovrà essere costituito a palazzo Chigi tra governo e comunità locali. L’obiettivo sarà come realizzare il Corridoio 5 rispettando l’ambiente e le popolazioni».
Ma in questo modo, ripartendo quasi da zero, non si rischia di perdere troppo tempo?
«Che senso ha insistere su un progetto che diventa sempre più irrealizzabile? Attenzione: proprio gli estremisti della Tav rischiano di farci perdere il treno dell’Europa, perché insistere su un progetto fermo da 4 mesi e che anche un pasdaran della Tav come Berlusconi ha stoppato vuol dire impiegarci vent’anni con un alto costo economico».
Quindi la Tav si farà durante il governo Prodi?
«Quando dicevo non si farà, intendevo così com’è. Questo progetto è di impossibile realizzazione».
E la presenza dell’amianto denunciata nei mesi scorsi dagli abitanti?
«Aspettiamo le risultanze vere. Ci sono una serie di valutazioni che sono state affidate e valuteremo quando ci saranno i risultati».


Vi concentrerete sulla Tav, ma le altre priorità del programma nei trasporti?
«Il progetto Tav non metterà in secondo piano la priorità dei 10mila chilometri di rete ferroviaria a binario unico da raddoppiare, o il passaggio delle merci dalla gomma alla rotaia».
Potrebbe darsi che la popolazione insorga, come è successo pochi mesi fa.
«Li abbiamo ascoltati da opposizione e li ascolteremo da maggioranza. Portano un messaggio di grande battaglia civile e democratica».

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