Cercasi privacy uguale in tutto il mondo

È in corso a Madrid il vertice mondiale dei Garanti della privacy. Obiettivo, cercare di arrivare a una definizione comune di quali dati siano riservati e da proteggere. Sotto accusa i social network

Una privacy sola a tutte le latitudini. È l'obiettivo del vertice mondiale dei garanti della riservatezza fino a venerdì 6 novembre a Madrid, con l'obiettivo di indicare regole comuni per tutto il pianeta per disciplinare quella che per molti aspetti è ancora legge della giungla su internet.
Oltre 80 paesi sono rappresentati alla 31ma Conferenza internazionale delle Autorità della Privacy, per l'Italia il Garante Francesco Pizzetti. E per la prima volta è previsto che il vertice si concluda con una proposta comune di nuove regole mondiali per la «protezione della privacy nella gestione dei dati personali».
Un documento non vincolante, proposto agli stati perché lo accettino e lo integrino in una futura convenzione internazionale. «Contiene principi generali sulla protezione dei dati», partendo dalla direttiva Ue del 1995, però «definiti in modo da poter essere accettati da autorità di altri paesi, di altra cultura di protezione dei dati» ha spiegato all'Ansa Pizzetti.
Su internet del resto, la protezione della privacy è un tema sempre più delicato e strategico. Al vaglio c'è il comportamento dei grandi social network, accusati di sfruttare le maglie larghe della legge americana in materia di protezione dei dati per acquisire, immagazzinare e usare senza limiti di tempo i dati personali ottenuti dagli utenti.
Sulla Rrete, rileva il garante spagnolo Artemi Rallo, «la protezione dei diritti dei cittadini è più virtuale che reale» perché «la rivoluzione tecnologica non è stata accompagnata da una evoluzione identica dei parametri di sicurezza sotto questo profilo». Inoltre, «molto spesso constatiamo che i cittadini banalizzano i rischi davanti alla comodità del servizio». La risoluzione sugli «Standard internazionali della Privacy» che sarà votata venerdì sancisce fra l'altro che i provider devono garantire «l'accuratezza, la confidenzialità e la sicurezza dei dati, come pure la legittimità del loro trattamento» e il diritto del cittadino «di accesso, rettifica e cancellazione». Diritti che per ora sono una utopia per gli utenti di molti social network Usa.
Un segnale nella buona direzione potrebbe essere la richiesta della Commissione federale Ftc americana di aderire alla Conferenza dei Garanti, che per ora non comprende gli Usa. Il problema di fondo, sottolinea Pizzetti, è che «la protezione o è a livello globale, o è poco efficace» perchè «i dati circolano a livello globale». «Internet deve andare verso una maggiore regolamentazione, non si può vivere in un mondo senza regole» dice con forza la garante canadese Jennifer Stoddart.
Durante il vertice, i rappresentanti dei «grandi» di internet, da Google a Windows, a Facebook, dialogheranno con i Garanti. Con loro «ovviamente il punto di frizione riguarda i dati che loro vogliono prendere, e l'uso che pensano di farne», spiega il Garante italiano: «vorrebbero avere la mano più libera possibile nel raccogliere dati, e nel trattarli per un tempo infinito: per loro il dato è ricchezza».

«Quindi raccogliere il dato significa aumentare il proprio patrimonio d'impresa, conservarlo il più a lungo possibile, significa poterlo sfruttare il più a lungo possibile».
In mezzo però, sottolinea Pizzetti, «ci sta la libertà dei cittadini».

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