Sono preziosissimi, oltre che affascinanti. Ma anche delicati, e proprio per questo esposti ai danni causati da inquinamento e altre attività umane. Per questo i banchi di corallo sono sempre più tutelati, in ogni parte del mondo.
La loro salvaguardia coinvolge anche l'Italia, perché Istituto italiano di tecnologia e università di Milano-Bicocca hanno messo a punto un cerotto intelligente in grado di curare i piccoli organismi marini colpiti da infezioni batteriche, virus, funghi e cambiamenti climatici. I piccoli dispositivi smart sono biocompatibili e biodegradabili, vengono applicati sulle «ferite» dei coralli in modo da rilasciare gradualmente principi attivi indispensabili per la guarigione. Il trattamento consiste nell'applicazione di un primo cerotto che rilascia farmaci direttamente nella ferita del corallo evitando che questi ultimi vengano dispersi nell'ambiente, per poi successivamente sigillare la parte danneggiata dell'organismo con un secondo cerotto in modo da fermare il potenziale ingresso di ulteriori agenti patogeni.
Si tratta di una novità assoluta in campo ambientale, visto che la tecnologia era stata pensata per la cura delle ferite in ambito ospedaliero. Ha però dimostrato di essere molto efficace: i primi effetti sono stati testati per dieci giorni in laboratorio e poi per quattro mesi nel mare delle Maldive. «Si tratta di una novità assoluta nello studio e nel trattamento delle malattie dei coralli spiega Simone Montano, ricercatore del dipartimento di Scienze dell'ambiente e della terra e del MaRHE center dell'università di Milano-Bicocca -.
Il trattamento consentirà di poter caricare nel primo cerotto farmaci specifici a seconda del tipo d'infezione, da anti-batterici, ad anti-protozoi e anti-fungini, così da creare una risposta ad-hoc per le specifiche infezioni di questi piccoli organismi».
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