«L'errore più grande sarebbe quello di dare il senso di un partito diviso e lacerato, che non crede più in se stesso e nelle proprie capacità di crescita. Invece cè bisogno di lavorare e superare ogni polemica. Fatto il congresso, le beghe locali non ci riguardano». È un forte richiamo all'unità quello che Lorenzo Cesa, segretario nazionale Udc, lancia ai vertici del suo partito durante la prima riunione del comitato regionale ligure dopo il congresso dello scorso novembre. Un congresso che ha sancito il passaggio di consegne dal parlamentare Vittorio Adolfo a Sergio Cattozzo, eletto nuovo segretario regionale in un clima di forti dissensi interni. Il segretario uscente Adolfo col capogruppo in Regione Nicola Abbundo e altri nove esponenti in quella circostanza non hanno partecipato al voto, «ritenendo conclusa questa fase dellUdc».
Cesa ha voluto invece mettere una riga su tutte le polemiche per smentire «l'idea di un partito in disarmo che ha deciso di abdicare alla propria funzione e confluire altrove». Ma né Adolfo, né Abbundo hanno preso parte alla prima riunione del comitato regionale. Il segretario nazionale ha ribadito ancora una volta la posizione del partito nei confronti della sinistra e del Pd («lUdc è e sarà sempre alternativo alla sinistra e cercherà in ogni modo di mandarla e lasciarla all'opposizione») e, scendendo sul piano locale, ha risposto picche agli inviti provenienti dal sindaco Marta Vincenzi ad allargare la maggioranza. «Non siamo interessati a partecipare a maggioranze che non ci riguardano, ma siamo disposti a collaborare solo su questioni delicate che toccano direttamente i cittadini». Vedi inceneritore: «Se si tratta di decidere dove localizzarlo, noi siamo pronti e lo sosteniamo da anni.
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