Cgil e Pd attaccano le graduatorie "leghiste" ma le aveva inventate Fioroni

Congelate le liste dei precari dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale l'inserimento in coda. Decisione "razzista" secondo l'opposizione ma la Cisl ricorda che a volere quel meccanismo fu l'ex ministro dell'Istruzione del governo Prodi.

Scuola: graduatorie nel caos. Dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale la decisione del governo di inserire i precari provenienti da altre provincie in coda nelle liste senza tenere conto del punteggio, la maggioranza ha deciso di congelare le graduatorie fino al 2012.
Come annunciato subito dopo la decisione della Corte Costituzionale è stato messo a punto un emendamento che sarà inserito nel Milleproroghe per risolvere l'impasse provocato dalla pronuncia dei giudici costituzionali. Il provvedimento prevede di bloccare gli elenchi ad esaurimento degli aspiranti insegnanti sino al 31 agosto del 2012 in modo da non creare disagi negli istituti. Non solo. Si prevede pure che non ci si possa iscrivere in graduatorie d'istituto (quelle destinate a coprire le assenze brevi) in una provincia diversa da quella permanente. Un vincolo territoriale in più. L'emendamento è firmato dal leghista, Mario Pittoni.
La decisione di congelare le liste ha scatenato la durissima reazione del Pd e soprattutto della Cgil che definisce il provvedimento «razzista». Il fatto di non poter mantenere il punteggio passando da una lista provinciale ad un'altra penalizza nella quasi totalità dei casi gli insegnanti meridionali perchè è molto più facile che restino posti scoperti al nord.
Da quando il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha fissato nel 2009 la regola dell'inserimento in coda, l'opposizione si sgola nel definirla succube della Lega. Sarebbe stato il Carroccio insomma ad imporre questa decisione al ministro per favorire i docenti settentrionali a danno di quelli «terroni».
Evidentemente l'opposizione e anche la Cgil su questo punto hanno la memoria molto corta oppure semplicemente fanno finta di non ricordare un particolare di rilievo che invece sottolinea il segretario generale di Cisl- scuola, Francesco Scrima, ovvero che l'inserimento in coda è stata un'idea dell'ex ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ai tempi del governo di Romano Prodi.
«E' Fioroni l'inventore delle code nelle graduatorie dei precari. Prima ancora, e ancor di più, era un convinto "codista" Berlinguer -dice Scrima- Solo chi non ricorda o non conosce la storia del precariato scolastico può dare la colpa (se di colpa si tratta) ad altri. E infatti parte dalla finanziaria di Prodi del 2007, e dalla scelta di Fioroni di rendere "ad esaurimento" le graduatorie permanenti, il contenzioso che arriva fino alla recente sentenza della Consulta».
Come mai quando la proposta di inserire in coda i docenti provenienti da altre provincie fu avanzata dall'allora ministro , Luigi Berlinguer e poi da Fioroni la Cgil non insorse gridando al razzismo?
La scelta di Fioroni, preannunciata nel 2007 e poi attuata dalla Gelmini nel 2009, ricorda Scrima, non nasceva certamente «da pulsioni antimeridionaliste» come sostengono oggi l'opposizione e la Cgil ma «da un tentativo serio, condivisibile e infatti largamente condiviso di comporre due interessi diversi: quello di muoversi da una provincia all'altra, quello di non vedersi continuamente "scavalcato" nelle proprie posizioni e nelle proprie attese».
Le graduatorie dei docenti così come sono concepite negli anni hanno prodotto due risultati: un enorme numero di precari ed un grande caos nell'assegnazione delle cattedre. L'obbiettivo principale perseguito dalla Gelmini, come già dai suoi predecessori senza alcun successo però, è quello di eliminare progressivamente il precariato. La pronuncia della Consulta, che ovviamente deve essere rispettata, determina inevitabilmente un nuovo caos dal quale in qualche modo il governo dovrà uscire prendendo decisioni che finiranno necessariamente per scontentare una parte o l'altra. I 15.

000 precari che hanno fatto ricorso ed ai quali la Consulta ha dato ragione devono trovare una risposta senza però danneggiare chi ha trovato, dopo anni di precariato, una sistemazione. Ecco perchè al momento l'unica via d'uscita è sembrata quella del congelamento delle graduatorie.

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