Nella classe politica italiana ormai regna la massima confusione: i partiti sono al loro interno più o meno profondamente divisi senza una chiara linea politica, tanto che si coagulano formazioni trasversali. I poteri dello Stato sono in conflitto fra loro per colpa di magistrati d'assalto in cerca di notorietà e di giornalisti in cerca di sensazionale, i quali tutti dimenticano gli elementari doveri dell'etica professionale. Tutti vivono nell'isterico clima delle elezioni anticipate e intanto si assiste all'instaurazione di una nuova prassi decisamente anti costituzionale: una crisi extraparlamentare non più del governo ma della presidenza della Repubblica. La gente ormai non è più annoiata, è disgustata. In questa confusione assistiamo anche al bailamme dei progetti di riforma delle istituzioni: tutti i partiti o le correnti di partito hanno pronto il loro progetto di riforma, ma ritagliato in modo che salvi il loro particulare: è difficile (e scorretto) cambiare le regole del gioco mentre si gioca solo per penalizzare alcuni giocatori. La sola riforma della legge elettorale, che può andare esente da questa critica, è il sistema del collegio uninominale col doppio turno alla francese perché dà più libertà al cittadino e punisce le oligarchie dei partiti (...) Ci troviamo in una situazione di stallo.
I partiti sono costituzionalmente incapaci di procedere a un'autentica riforma delle nostre istituzioni per avere una democrazia governante e non una democrazia acefala; il nostro sistema politico è ormai in una situazione pre agonica, come notano molti commentatori politici.Nicola Matteucci - 17 dicembre 1990
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.