"Che magnifica impresa la nostra Italia di talento e creatività"

Il giornalista Mario Sechi conduce un programma su Rai Storia: racconta il Paese del fare e del bello

"Che magnifica impresa la nostra Italia di talento e creatività"

Parte dall'Oceano Indiano solcato dall'Amerigo Vespucci, gioiello della Marina italiana, il viaggio di Che magnifica impresa, il nuovo programma di Rai Cultura condotto da Mario Sechi e in onda da oggi alle 21 e 10 su Rai Storia. Sei appuntamenti nati da un'idea che il giornalista, che è anche direttore del quotidiano Libero, coltivava da anni: «raccontare una magnifica impresa, ovvero quella di un Paese che ha creato e continua a creare un'idea che affascina tutto il mondo: l'Italia. L'Italia del lavoro che produce bellezza e benessere. L'Italia dei motori, delle navi, dell'energia; l'Italia dei grandi architetti, l'Italia della pasta». Il risultato è una trasmissione che racconta storie di ieri, impreziosite dalle immagini delle Teche Rai, che si intrecciano con le voci e i racconti dei protagonisti delle sfide imprenditoriali attuali, intervistati in studio da Sechi nel corso delle puntate. Donne e uomini che hanno fatto e fanno impresa, in campi che vanno dalla grande industria alla tradizione manifatturiera e che contribuiscono alla crescita del Paese. Ci siamo fatti raccontare la trasmissione in anticipo, i suoi protagonisti, e lo spirito che la anima.

Mario Sechi, cos'è Che magnifica impresa?

«Che magnifica impresa è un format elaborato, vuol raccontare la storia dell'economia italiana, le sue grandi avventure e le sue eccellenze. Raccontare gli uomini, le donne, le famiglie, le capacità e le invenzioni, anche, che hanno fatto la Storia, a partire dagli inizi del Novecento per arrivare sino a noi. Diamo spazio ai capitani di industria: ne esistono e lottano assieme a noi. Raccontare queste vicende è qualcosa che non si fa spesso, però è importante, perché questa è la vera identità italiana. Se noi andiamo a vedere perché l'Italia è amata scopriamo che l'Italia è amata per la sua arte, la bellezza, e il cibo. E tutto questo viene trasmesso nel nostro modo di fare le cose».

Mi fa un esempio?

«Nella prima puntata parliamo delle navi, dell'arte di costruirle. E in questo settore gli italiani sono tra i migliori al mondo. Per tradizione. Basti pensare a che capolavoro a vela sia la Vespucci con cui, tra l'altro, abbiamo fatto un collegamento video al largo di Mumbai. La cantieristica italiana spazia in ogni campo, dalle grandi navi da crociera a quelle militari passando per gli yacht di lusso. Per farci raccontare tutto questo abbiamo un'intervista in studio a Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri, uno dei più grandi costruttori mondiali. Poi abbiamo uno storico, il professor Luca Lo Basso, dell'università di Genova, perché diamo spazio al passato che si raccorda al presente. E poi abbiamo Marco Tronchetti Provera, vice presidente esecutivo di Pirelli, che ha iniziato con il trasporto marittimo e poi ci racconta di Luna Rossa e del senso di andare per mare. Spiega benissimo l'essenza del navigare».

Spazio anche al cibo diceva...

«Sì, una puntata è tutta dedicata a quel settore della cultura e dell'impresa. Ma era un settore talmente vasto che abbiamo scelto di concentrarci sulla pasta, che è un vero e proprio simbolo dell'italianità, basti dire che il 50% della produzione diventa export. In quella puntata abbiamo l'intervista a una scoppiettante Marisa Laurito».

E nelle altre puntate?

«Una puntata è dedicata all'impresa femminile con una intervista ad Emma Marcegaglia. Faremo il racconto di come si siano sviluppate a partire dai primi del '900 una leadership e una capacità imprenditoriale legate alle donne. La storia di Luisa Spagnoli (poliedrica imprenditrice capace di passare dall'invenzione del Bacio Perugina alla moda e al tessile, ndr) è uno dei casi esemplari che raccontiamo, lo stesso si dica per Marisa Bellisario... Abbiamo una puntata sull'energia molto importante, incentrata sulla vicenda di Enrico Mattei ed un'intervista a Claudio Descalzi, Ad di Eni, e un'intervista all'economista Giulio Sapelli su come l'energia e anche la scoperta delle risorse energetiche del nostro Paese abbiano cambiato la nazione. Poi parleremo di grattacieli, di questo sviluppo verticale del Paese, incontreremo, tra gli altri, Massimiliano Fuksas, racconteremo un bel pezzo della storia dell'architettura italiana, sempre sfruttando le Teche Rai. Poi abbiamo una puntata densissima sulla Motorvalley. Su quel miracolo incredibile che ha dato vita in Emilia Romagna a Ferrari, Lamborghini, Pagani... Qui sentiremo la voce di Giancarlo Minardi, geniale nello scoprire piloti e nel creare una squadra di Formula Uno. Poi abbiamo filmati delle Teche davvero incredibili con Ferruccio Lamborghini. E poi sentiremo la voce di chi oggi lavora in Ferrari».

In Italia abbiamo dei grandi storici economici, però di questa declinazione della nostra Storia non si parla tanto, soprattutto a scuola. Come mai?

«Io per Mondadori qualche anno fa ho scritto un saggio che si intitola Tutte le volte che ce l'abbiamo fatta: era un'esplorazione di personaggi che avevano svoltato il loro destino e anche il destino del Paese a volte. Per l'economia questo è ancora più pronunciato. Noi siamo un Paese prolungato nel Mediterraneo con una conformazione complicata e montuosa. Eppure siamo stati capaci di diventare una potenza economica mondiale a partire dallo sviluppo medievale dei commerci. La banca l'hanno inventata gli italiani, Marco Polo era italiano.

Questo è stato raccontato poco, anche se abbiamo grandi storici, in questo settore, come lo è Vera Zamagni o lo era Valerio Castronovo. Ecco io volevo fare divulgazione su questo, lo fanno poco le scuole, le università, il giornalismo anche. Con Che magnifica impresa ci proviamo. Anche con storie esemplari che vogliono incoraggiare le persone».

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