Non voleva fare la velina, ma alla linea ci teneva lo stesso. Così dice lei, così dicono i suoi familiari, così dice anche il presidente della Federazione ciclistica Di Rocco, e non sappiamo quanto sia un bene.
Non voleva fare la modella, ma semplicemente la campionessa, e lei in bicicletta ci sa fare per davvero. Marta Bastianelli, 21 anni, laziale di Velletri, ma da sempre residente a Lariano, è la campionessa del mondo in carica, titolo conquistato lo scorso mese di settembre, sulle strade di Stoccarda, le stesse che premiarono Paolo Bettini.
Magra, magrissima, con una forza da far paura. Marta Bastianelli è stata trovata positiva ad uno stimolante ad un controllo effettuato dall'Unione ciclistica internazionale il 5 luglio scorso a Verbania, in occasione dei campionati europei Under 23 di ciclismo. In quell’occasione la Bastianelli giunse terza, era tra le convocate per Pechino e soprattutto era considerata una delle punte sulle quali il ciclismo femminile e tutta la spedizione olimpica azzurra puntava decisamente per una medaglia. Ora i Giochi li vedrà da casa.
«Ha tradito il Coni, la federazione e il mondo del ciclismo», tuona il presidente del Coni Petrucci, la cui Italia olimpica deve parare il colpo del primo caso choc di doping. A far cadere la campionessa del mondo in carica, una sostanza utilizzata in prodotti per le diete, la «flenfluramina», un anoressizzante che però è sostanza dopante e quindi vietata.
Giovane, giovanissima, come Riccardo Riccò. Il modenese solo 24 anni, lei ancora più giovane, appena 21. Il modenese a casa, in mondovisione, cacciato dal Tour de France per una positività all’Epo di terza generazione (Cera), lei per uno stimolante, che a detta dello stesso presidente della Federazione ciclistica italiana, potrebbe essere stato contenuto in qualche prodotto dietetico.
«Ha commesso un’ingenuità incredibile, è risultata positiva alla flenfluramina: un componente dei prodotti per le diete, lei è fissata sul peso. Mangia solo insalata...», dice Di Rocco.
«Di questi tempi non dovremmo sorprenderci di niente – spiega Franco Ballerini, coordinatore delle squadre azzurre - ma prima di parlare approfonditamente del caso vorrei conoscere a che tipo di metabolita l'atleta è stata trovata positiva. Credo che sia solo una ingenuità».
Marta Bastianelli comincia a correre all’età di 10 anni, nel 1997. Da subito si capisce che con la bici la piccola ragazza dei castelli romani ci sa fare.
I primi risultati non tardano ad arrivare: nel 2004 è campionessa italiana Juniores e ai Mondiali di Verona dello stesso anno vince la medaglia d'argento. Poi nella categoria allieve vince il titolo italiano su strada e il bronzo a cronometro. Il 29 settembre 2007 si laurea campionessa del mondo a Stoccarda, vincendo per distacco dopo una fuga di quasi venti chilometri, dieci anni esatti dopo il successo di Alessandra Cappellotto, fino a quel momento l'unica italiana a conquistare un titolo mondiale.
Marta Bastianelli, che è svenuta al momento della notizia, cerca di riordinare i pensieri. «Mi sono rivolta al mio farmacista di fiducia - è stata la prima spiegazione della giovane iridata - per farmi preparare una mistura di erbe utile al drenaggio. Come sempre ho voluto leggere l'elenco dei prodotti utilizzati e tra questi c’era il benfluorex, che non figura tra le sostanze proibite. Dalle analisi di laboratorio risulterebbe, invece, che quel prodotto contiene anche il principio attivo che è all'origine della mia positività. Ma io come potevo saperlo?».
Giornata difficile per molti atleti, quella di ieri. Si avvicinano le Olimpiadi di Pechino, e per molti di loro i sogni svaniscono sul nascere. Tutti a casa, con il bollino di drogato e indesiderato. È il caso del biker danese Peter Riis Andersen, risultato positivo e per questo escluso dal comitato olimpico danese (Dif), che ha ammesso di aver assunto Epo a maggio, durante gli europei.
Anche un giamaicano dell’atletica leggera è risultato positivo ad un controllo effettuato alla fine di giugno: ancora non note le generalità. A renderlo noto è Mike Fennell, presidente del Comitato olimpico nazionale.
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