Cibo, riscaldamento, libri: sarà un autunno di rincari

Si profila un rientro dalle ferie veramente critico per i romani che, come tutti gli italiani, si ritroveranno a fare i conti con una pesante stangata. La raffica di aumenti di settembre riguarda il riscaldamento, libri scolastici nettezza urbana, luce e gas, ma anche alimentari: le associazioni Adusbef e Federconsumatori stimano in che ogni famiglia sborserà 600 euro l’anno in più.
Nello specifico a registrare i maggiori rincari dovrebbero essere il riscaldamento, per il quale è atteso un aumento della spesa annua intorno ai 175-180 euro e gli alimentari che costeranno ai consumatori circa 120 euro in più. Il pane e la pasta - a Roma da maggio scorso aumentata di 35 centesimi - sono alimenti un tempo poveri ma sui quali ormai bisogna fare attenzione. Il costo della spesa di tutti i giorni è iniziata a volare da luglio. L'inflazione riguardo i prodotti di largo consumo è infatti salita al 6,1 per cento, più alta del tasso medio confermato al 4,1, un aumento dello 0,4 rispetto a giugno e del 6,1 rispetto ad un anno. Nonostante tutto i rincari a Roma risultano minori (+3,3) rispetto a Cagliari con un più 4,7 su base annua, a Napoli (+4,6), Torino (+4,5), Bologna (+3,6) e Trieste (+3,5). La Capitale, secondo l’Adoc, risente ugualmente dell’impennata inflazionistica, significativa la flessione dei saldi con un 35 per cento delle vendite rispetto allo scorso anno, insieme al caro vacanze con un aumento medio del 7 per cento. E non è un caso si i dati sul consumo energetico segnalano che quest’anno Roma ad agosto è stata molto più affollata.
Non si salvano neanche luce e gas, perché dal primo ottobre le tariffe subiranno un nuovo aggiornamento di 90 euro in più per famiglia. Da mettere in conto anche gli aumenti per la nettezza urbana (+35 euro), per l’Rc-auto (+55 euro), per l’acqua (+30 euro), per i servizi bancari e finanziari (+45). Peseranno inoltre ai romani le spese per i libri scolastici decisamente più salate per il rincaro di circa il 18-20 per cento rispetto all’anno precedente, quantificabile intorno ai 62 euro a famiglia. Secondo un’indagine fatta da Altroconcumo, peraltro, Roma risulta la città dove il maggior numero di calssi (il 67 per cento, vale a dire due su tre), «sforano» il tetto di spesa fissato dal ministetro. Per cui non resta che recarsi al mercato dell'usato che si svolge da molti anni a Lungotevere Oberdan in vista di un risparmio che può andare dai 100 ai 200 euro, dal momento che i libri delle medie costano metà prezzo e quelli per le superiori il 40 per cento in meno.
E se il Garante dei prezzi annuncia per settembre un monitoraggio sui generi alimentari, per l’Adiconsum è già troppo tardi: «ci vogliono controlli immediati, il potenziamento della polizia annonaria, sanzioni contro chi specula e l’accorciamento della filiera».
Ma i produttori non si ritengono responsabili degli aumenti. Confagricoltura ha fatto presente che «i prezzi “franco azienda” di pasta e pane non risentono né sono responsabili degli aumenti che si registrano al consumo». Coldiretti ha invece criticato la filiera troppo lunga, che andrebbe «semplificata e razionalizzata».
Infine il mercato immobiliare, l’unico con la freccia verso il basso.

Roma e provincia presentano infatti una tendenza al calo del mattone: le valutazioni si collocano, in media, sui tre mila euro in città, intorno a 2.650 euro al metro quadro per l’area metropolitana e 2.530 per la provincia.

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