Vicenza - E' in gravissime condizioni Thomas Casarotto, diciannovenne promessa del ciclismo che ieri è caduto durante il Giro ciclistico per dilettanti del Friuli Venezia Giulia. "E' tenuto in vita dalle macchine" - ha dichiarato ieri Mauro Flora, presidente della Uc Arcobaleni Generali, società per cui correva Casarotto - "Tecnicamente è ancora vivo, ma non ci sono molte speranze".
Situazione stabile, ma gravissima Il ragazzo della Gs Generali, nella tappa da Maniago a Gemona, ha urtato lo specchietto retrovisore di un fuoristrada che si trovava sul bordo della carreggiata. L'impatto è avvenuto lungo una discesa di Forcella, quando la bicicletta aveva raggiunto una velocità di 80 km all'ora e ha provocato una caduta. Casarotto, che nonostante il caschetto ha riportato un grave trauma cranico, è stato subito soccorso, intubato e trasportato all'ospedale di Udine. In un primo tempo, Flora aveva dichiarato che il ragazzo era morto, ma nella tarda serata di ieri ha smentito, anche se "la gravità della situazione resta".
Corridori ad andatura ridotta Intanto è stato annullata l'ultima tappa del Giro e i corridori sono partiti da Arta Terme pedalando ad andatura ridotta e in gruppo compatto fino a Udine. "La direzione di corsa insieme gli organizzatori e ai direttori sportivi - si legge in un comunicato - vuole in questo modo
portare rispetto al ragazzo, le cui condizioni rimangono critiche, ai
suoi familiari e alla sua squadra, e spera anche di lanciare un
segnale importante per quanto riguarda il bisogno di maggiore
sicurezza stradale nel corso delle manifestazioni ciclistiche".
Avviate le indagini I carabinieri, poi hanno sequestrato la bicicletta di Thomas e il suv con il quale si è scontrato nell’ambito di
un’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Tolmezzo
sull’incidente. Il sostituto procurator, Luca Olivotto, ha poi iscritto nella lista degli indagati il proprietario del fuoristrada, un uomo di 64 anni di Monfalcone (Gorizia) che si trovava in quel punto della strada per motivi del tutto stranei alla gara e non sapeva neanche che era in corso una manifestazione ciclistica. L'ipotesi di reato è quella di lesioni personali colpose.
Polemiche sulla sicurezza "Purtroppo è stata solo una
drammatica fatalità, ma la sicurezza anche nelle corse
giovanili è garantita e in Italia anzi è cresciuta". Così il presidente della Federciclismo Renato Di Rocco risponde a chi dice che il veicolo non avrebbe ovuto essere in un tratto così pericoloso. "È vero che le grandi corse ciclistiche hanno più assistenza per quanto riguarda la sicurezza - spiega Di Rocco - con scorte più abbondanti. Oltretutto queste hanno un potere più coercitivo perchè indossano le divise. Ci piacerebbe avere anche nelle gare minori le scorte della polizia stradale, ma non è possibile".
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