"Dove morì altri entrarono prima di noi". La nuova rivelazione che riapre il caso Pantani

Alcune persone sarebbero entrate nella stanza dove venne ritrovato il corpo di Pantani, prima della polizia. Lo hanno sostenuto due agenti della scientifica, sentiti come testimoni dalla Procura di Trento

"Dove morì altri entrarono prima di noi". La nuova rivelazione che riapre il caso Pantani
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Nuove ombre sulla morte di Marco Pantani, dopo le parole di due agenti della polizia scientifica nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Trento per "associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista".

Dopo numerose inchieste e troppi nulla di fatto, a indagare ora è la Procura di Trento dopo il lavoro della Commissione parlamentare di inchiesta sul presunto complotto ai danni del ciclista nel '99, quando la sua vittoria ormai scontata al Giro avrebbe fatto saltare il banco delle scommesse clandestine. Vicenda a cui alluse a suo tempo il boss della mala Renato Vallanzasca e che ciclicamente è ritornata nelle inchieste su Pantani. E su cui oggi i magistrati di Trento stanno acquisendo documenti dalla procura di Forlì.

"Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista", è questa l'ipotesi di reato per ora senza indagati che si basa sull'ipotesi di una "manipolazione" a opera della camorra dei campioni ematici di Pantani. Dieci fino ad ora le persone informate sui fatti ascoltate in procura per ricostruire le modalità del prelievo e capire perché alla provetta non fu assegnato un numero progressivo e anonimo ma il 11440, apposto alla presenza di più persone.

"Dalle carte, se si leggono attentamente, emergono elementi che quel controllo non sia stato fatto secondo i crismi di legge con condotte che avrebbero potuto interferire sul campione ematico - ha commentato l'avvocato Fiorenzo Alessi che rappresenta la mamma di Pantani, Tonina Belletti -. Ora c'è un buon lavoro congiunto con la magistratura. Le circostanze sono la sostanza di un procedimento penale".

Dalle carte emergono testimonianze relative anche alla morte di Pantani, cinque anni dopo. "Ci diedero disposizioni affinché io e il collega aspettassimo fuori", si legge nelle sommarie informazioni, visionate da LaPresse, rese da due agenti della polizia scientifica nell'ambito dell'inchiesta per "associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista". "Prima entrarono altri nella camera dove morì Marco Pantani. La cosa mi parve strana in quanto sulla scena del fatto su cui si indaga, a mio parere, per primi dovrebbero entrare gli operatori della scientifica opportunamente attrezzati con calzari, guanti e tute", afferma un agente.

La sera del 14 febbraio 2004 nella stanza del residence 'Le Rose' di Rimini, oggi demolito, il corpo del campione fu ritrovato senza vita. La Commissione parlamentare antimafia rilevò "buchi investigativi" nelle "risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani ed eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che ne determinarono la squalifica nel 1999".

Una scelta non condivisa dalla Commissione quella della frettolosa conclusione delle indagini, di non rilevare le impronte digitali nel luogo del

rinvenimento del cadavere, del tutto inspiegabile in considerazione della copiosa presenza di sangue. Questo insieme a tanti altri dubbi e incongruenze incombono su un caso, che dopo vent'anni resta ancora con tanti lati oscuri.

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