Si torna a parlare di Marco Pantani, il ciclista italiano considerato tra i più forti scalatori di tutti i tempi. La procura della Repubblica di Trento, infatti, ha deciso di riaprire le indagini su quanto accaduto durante il Giro di Italia del 1999. Un colpo di scena che potrebbe realmente fare la differenza. Stando a quanto riportato dall'agenzia Ansa il nuovo fascicolo è stato affidato alla pm della Dda Patrizia Foiera.
Ancora in attesa della verità
Tanti i dubbi, tante le incongruenze. La morte di Marco Pantani (14 febbraio 2004), così come la sua vicenda, è una ferita ancora aperta. Intervenuta a Unomattina Crime, Tonina Pantani, madre del "Pirata", ha affemato di non aver ancora smesso di cercare la verità. "Sono vent'anni che cerco la verità su mio figlio, e quello che è successo a Madonna di Campiglio e a Rimini. Ma sembra che nessuno vada mai a fondo su questa storia. Ho portato tante prove ai magistrati, però… Io vorrei solo una cosa: sapere cosa è successo, non voglio altro", ha dichiarato.
A distanza di tanti anni, in molti non hanno dimenticato Pantani, amatissimo dai suoi fan. Ci si interroga ancora sulla sua morte, avvenuta in quel residence di Rimini. E ci si chiede cosa sia accaduto durante il Giro del 1999, quando il ciclista venne escluso dalla competizione a causa di un valore di ematocrito al di sopra del consentito. Il valore sarebbe stato al 52%, mentre il limite tollerato era del 50%.
Si riaprono le indagini
Dopo una lunga attesa, arriva la decisione della Procura di Trento. Le autorità hanno deciso di riaprire il fascicolo sul caso del Giro d'Italia del 1999 nella speranza di fare chiarezza una volta per tutte. Questo nuovo fascicolo, affidato al pubblico ministero Patrizia Foiera, include le ipotesi relative a un presunto giro di scommesse clandestine. Scommesse che avrebbero visto coinvolta la Camorra. Stando a questa ipotesi, il gruppo criminale avrebbe cercato di impedire la vittoria di Pantani perché aveva scommesso sulla sua sconfitta.
Per tale ragione, pertanto, la provetta contenente il sangue dell'atleta sarebbe stata sabotata.Una teoria che è stata presentata da Renato Vallanzasca, sentito nel corso della giornata di ieri come persona informata sui fatti. L'uomo si trova recluso nel carcere di Bollate.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.