Giro, a Bocca della Selva finale tutto francese: Paret-Peintre batte Bardet

Dopo la giornata di pausa, l'arrivo in salita sorride a due scalatori transalpini, con il più giovane dei fratelli Paret-Peintre che schianta Bardet nel finale. Nel gruppo, Pogacar risponde agli attacchi di Tiberi

Giro, a Bocca della Selva finale tutto francese: Paret-Peintre batte Bardet

Dopo il giorno di riposo, la corsa rosa torna a sorridere ai ciclisti transalpini, con un arrivo in salita che sorride a due atleti d’oltralpe. Il gruppo lascia partire una fuga molto numerosa che guadagna circa 5 minuti di vantaggio ma, a 37 chilometri dall’arrivo, lo sloveno Tratnik prova ad andarsene da solo. Nonostante la sua azione sia importante, un quartetto di inseguitori risponde al suo attacco, con gli azzurri Frigo e Bagioli a dare man forte ai due francesi. Quando si arriva sulla salita finale, però, i due scalatori transalpini li staccano e riprendono il passista sloveno sulle ultime rampe. Alla fine, però, il più giovane dei fratelli Paret-Peintre ne ha di più di Bardet e vince a braccia alzate con circa 30 secondi di vantaggio sul connazionale. Il gruppo maglia rosa recupera parecchio nel finale, con Pogacar che rintuzza gli attacchi di Antonio Tiberi nel finale di tappa.

De Marchi e Clarke ci provano

Dopo il primo giorno di riposo, il Giro riprende con un altro arrivo in salita e, quindi, un’altra possibilità per il cannibale Pogacar di imporre la sua legge. Come succede spesso negli ultimi giorni, appena la bandiera si abbassa, un paio di ciclisti provano un’azione solitaria: stavolta tocca a Clarke della Israel Premier Tech ed Hermans della Alpecin-Deceuninck. Stavolta, però, la Uae Team Emirates non si mette avanti a tirare il gruppo, lasciando volentieri il compito di ricucire lo strappo alla Ineos. Nei primi chilometri diversi ciclisti provano a raggiungere il duo di testa, avanti di una ventina di secondi: se Piccolo ed altri sono ripresi, l’azione di Alessandro De Marchi ha successo ma i tre di testa sono avanti di soli 19 secondi. A 110 chilometri dall’arrivo, il gruppo sembra rallentare, consentendo alla fuga di guadagnare quasi un minuto di vantaggio.

Giro 2024 tappa 10 gruppo

Dieci chilometri dopo parte dal gruppo un quintetto guidato dal campione d’Italia Simone Velasco con Pellizzari e Calmejane a dargli man forte ma l’azione non è fortunata, visto che viene riassorbita nel giro di pochi chilometri. Poco dopo ci prova un altro gruppo più nutrito, guidato da Filippo Ganna, Bagioli ed Affini: stavolta il gruppo è meno reattivo e consente a quest’azione di guadagnare quasi una trentina di secondi. Poco alla volta si aggiungono altri ciclisti, ma la pressione è sui fuggitivi, con Hermans che viene riassorbito prima del traguardo volante di Arpaia. A prendersi il massimo dei punti è quindi De Marchi, che batte Clarke: dal gruppo si stacca l’australiano Kaden Groves, che ha la meglio sui rivali. Nei chilometri successivi il ritmo del peloton cala ulteriormente, consentendo al duo di testa di portarsi ad 1’20” di vantaggio.

Ecco la fuga giusta

La controfuga giusta parte sulla salita successiva al traguardo volante, con un gruppo nutrito di 22 ciclisti che partono decisi, senza che la Uae Team Emirates si dia troppo da fare per riassorbirli in fretta. A quattro chilometri dall’inizio del primo Gpm di giornata, il Camposauro, il ritmo degli inseguitori è insostenibile per De Marchi e Clarke, che vengono raggiunti appena la strada inizia a salire. L’australiano ha tirato troppo ed è costretto ad alzarsi sui pedali, ma quando si arriva al Gpm il vantaggio del gruppo di testa nei confronti della maglia rosa è decisamente più importante, quasi 4 minuti. A prendere i 18 punti in palio per la classifica scalatori è il tedesco Geschke, che riesce a mettere la ruota davanti all’azzurro Fiorelli ed al francese Paleni.

Giro 2024 tappa 10 GPM Camposauro
Fonte: Twitter (@giroditalia)

Con gli occhi di tutti puntati sul principale uomo classifica nella fuga, il francese Romain Bardet, la situazione si stabilizza fino a quando non ci si avvicina all’InterGiro di Guardia Sanframondi. A 40 chilometri dall’arrivo, cambio di ritmo tra i fuggitivi, che iniziano a perdere pezzi: il primo a non reggere è Alaphilippe, che dovrebbe avere qualche problema fisico, seguito poco dopo da Foss e De Marchi. Con il peloton tranquillo a circa 4’01”, Fiorelli sembra più interessato a fare il pieno di punti per la maglia ciclamino: la sua azione gli consente di battere Tratnik e Bardet all’InterGiro. Subito dopo, però, il ciclista della Visma decide di rompere gli indugi e mette uno strappo secco che gli consente di guadagnare un discreto vantaggio sul resto dei fuggitivi. A partire all’inseguimento sono un quintetto molto forte, composto da Bardet, Valentin Paret-Peintre, Frigo, Bagioli e Fiorelli, ansiosi di ricucire i circa 30 secondi che li separano dal leader provvisorio.

Tratnik beffato, vince Paret-Peintre

Il vantaggio nei confronti del gruppo maglia rosa è talmente importante da rendere quasi impossibile una rimonta: la vittoria di tappa se la giocheranno quasi sicuramente gli uomini in fuga. Lo sloveno Tratnik continua a salire con un passo importante, mantenendo attorno ai 50 secondi il vantaggio sugli inseguitori, dove Fiorelli è costretto a mollare. Prima della salita finale c’è ancora l’ultimo traguardo volante, quello di Cusano Matri, dove in palio ci sono anche dei secondi di abbuono. Il leader non ha alcun problemi a prendersi i tre secondi in palio, precedendo Bardet e Frigo: secondi importanti per il campione francese, che sicuramente risalirà parecchie posizioni nella classifica generale. Negli ultimi chilometri prima di affrontare la Bocca della Selva, Tratnik continua a guadagnare secondi sul quartetto di inseguitori: prima della salita ha almeno un minuto ma quando la strada sale sul serio, Frigo è costretto ad abbandonare l’inseguimento, seguito poco dopo da Bagioli.

Bardet e Paret-Peintre sembrano collaborare alla grande, ma ci mettono parecchio prima di iniziare a rosicchiare secondi allo sloveno, che viaggia con un’andatura forse eccessiva. Alla lunga, però, i due scalatori francesi guadagnano una quindicina di secondi ma, ad 8 chilometri dall’arrivo, Tratnik potrebbe anche farcela. Gli ultimi chilometri, però, sono i più duri della salita: Tratnik resiste con circa 30 secondi di vantaggio mentre Bardet e Paret-Peintre, pur non collaborando al meglio, riescono a recuperare sulle ultime rampe. Alle loro spalle, il gruppo maglia rosa si sveglia e riduce il distacco di circa un minuto, probabilmente per evitare che Bardet recuperi troppe posizioni. A 3 chilometri dall’arrivo, Paret-Peintre fa uno scatto perentorio, lasciando il connazionale sui pedali: il francese ne ha più del passista sloveno e lo passa di slancio, involandosi verso il traguardo.

Bardet, però, non è del tutto finito: prima riprende Tratnik, poi si lancia all’inseguimento in vista dell’arrivo. A movimentare il finale ci pensa anche l’azione del gruppo maglia rosa, con Caruso che mette strappi su strappi, riducendo il vantaggio degli uomini di testa a circa 3’30”. Una volta completato il suo compito, Caruso si fa da parte e Antonio Tiberi prova ad andarsene, marcato stretto da Pogacar, che non vuole mollare assolutamente niente ai rivali. In avanti, Bardet non ce la fa: Valentin Paret-Peintre vince con più di 30 secondi di vantaggio la sua prima gara da professionista proprio al Giro d’Italia. Negli ultimi chilometri il gruppo maglia rosa riesce a ridurre ulteriormente il distacco, con Pogacar e la Uae che rintuzzano ancora gli attacchi di Tiberi, che comunque ha fatto un’ottima gara.

La classifica

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La tappa di domani

La carovana del Giro inizia a risalire la penisola con i 207 chilometri che portano da Foiano di Val Fortone a Francavilla al Mare. Per una volta tanto, gran parte dei 1.850 metri di dislivello della tappa sono concentrati nella prima metà della tappa, con una serie di saliscendi che circonderanno l’unica salita di giornata, il Gpm di 3a categoria di Pietracatella.

Giro 2024 tappa 11 altimetria

Da quel punto in avanti, si inizia a scendere verso l’Adriatico, con gli ultimi 107 chilometri decisamente più piatti.

Le difficoltà si concentreranno poi nell’arrivo nervoso, con due curve secche a destra e un lunghissimo rettilineo finale. Eventuali fuggitivi dovranno faticare parecchio per resistere ai tentativi di rimonta delle squadre dei velocisti, ansiosi di apparecchiare un’altra volata.

Giro 2024 tappa 11 planimetria

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