Tutto è quasi pronto per il primo grand tour del 2023, la 106^ edizione del Giro d’Italia, che occuperà i cuori e le menti degli appassionati delle due ruote dal 6 al 28 maggio. Dopo una primavera piena di sorprese ed emozioni nelle classiche del nord, tempo quindi di dare un’occhiata alla corsa rosa, ai possibili protagonisti e alle tappe chiave sulle quali si deciderà il destino dei tanti pretendenti a vestire la maglia rosa all’arrivo nella Città Eterna.
Roglic, passione cronometro
Inutile nascondersi dietro ad un dito: lo scontro che tutti gli esperti di ciclismo danno quasi per scontato è quello tra i due protagonisti annunciati, lo sloveno Primoz Roglic ed il belga Remco Evenepoel. Con gli altri dominatori della stagione che hanno preferito saltare il Giro per giocarsi tutte le carte più avanti al Tour de France, sulla carta nessuno è in grado di mettere seriamente in dubbio la vittoria finale di uno di questi due giganti delle due ruote. A fare la differenza, poi, saranno le tre cronometro per un totale di ben 73 chilometri, dove reggere il passo per gli altri sarà davvero complicato. Il cammino di avvicinamento al Giro di Roglic è stato all’insegna della gestione delle forze: solo 14 giorni di corse, una settimana alla Tirreno-Adriatico e una al Giro della Catalogna. I risultati, però, parlano da soli: 5 tappe e le due classifiche generali. La Jumbo-Visma arriva con una squadra di livello, dallo scudiero Sepp Kuss al campione del mondo a cronometro Tobias Foss. L’obiettivo dello sloveno è chiaramente quello di migliorare il terzo posto del 2019, niente affatto impossibile, vista la sua predilezione per le corse contro il tempo.
Evenepoel, il grande rivale
Il campione del mondo, finora, non ha avuto molta fortuna al Giro: solo un ritiro nel 2021 quando arrivò alla corsa rosa dopo il lungo stop successivo all’incidente dell’agosto 2020. L’avvicinamento è stato decisamente più dinamico rispetto a quello del rivale: 22 giorni di corse, iniziati con un settimo posto in Argentina a gennaio, la vittoria all’UAE Tour ed il secondo posto in Catalogna. C’è stato poi spazio per la cavalcata trionfale alla Doyenne, con la storica doppietta a Liegi, una dimostrazione di forza da non sottovalutare. Il belga ha avuto occasione di testare la resistenza del rivale e sulle strade della Catalogna l’aveva spuntata Roglic ma per solo sei secondi. I due erano stati in grado di dominare la concorrenza, dividendosi equamente le tappe ma il parterre degli avversari non era certo quello che avranno di fronte al Giro. La Quickstep si presenterà con i soliti scudieri, da Jan Hirt agli italiani Masnada e Cattaneo, ma anche in quanto a squadre i due si equivalgono. Difficile davvero prevedere chi riuscirà ad avere la meglio...
Gli outsider? Non mancano
Dietro ai due protagonisti annunciati, l’incertezza regna sovrana. L’unico vincitore del Giro in corsa, il britannico Tao Geoghegan Hart, è reduce dalla vittoria al Tour of the Alps ed è arrivato terzo alla Tirreno-Adriatico. A dargli una mano ci sarà Filippo Ganna sul piano e Geraint Thomas ma la Ineos Grenadiers non sembra in grado di imporre la propria legge. La UAE Emirates è molto italiana e Joao Almeida potrebbe far meglio del quarto posto rimediato nel 2020, dopo aver vestito a lungo la maglia rosa. Alla Tirreno e al Catalogna non è riuscito a reggere il passo di Roglic ed Evenepoel ma le tante cronometro potrebbero dargli una mano. Occhio, poi, alla Bora Hansgrohe; Alexsandr Vlasov al Giro fa sempre bene ed è sembrato in buona forma nelle ultime settimane. La Bahrain Victorious punterà molto su Jack Haig, terzo al Tour of the Alps, ma Damiano Caruso e Gino Mader potrebbero essere molto utili. La EF Education EasyPost avrà come punta Hugh Carthy, arrivato nella top 10 negli ultimi due anni. Ben Healy sulle Ardenne ha fatto bene mentre un veterano come Rigoberto Uran sa bene come si fa a superare indenni le asperità del Giro. Le altre squadre al massimo potranno puntare a qualche vittoria di tappa; exploit di gente come Thibaut Pinot della Groupama FdJ o Bauke Mollema della Trek Segafredo non sarebbero una sorpresa.
Un inizio complicato
Per questa edizione l’organizzazione ha deciso di partire con una cronometro lungo la Costa dei Trabocchi, in Abruzzo. Venti chilometri non sono pochi e si potrebbe già capire qualcosa sui vari favoriti. Seconda tappa abruzzese dedicata ai velocisti mentre il giorno dopo sarà l’arrivo a Melfi a riservare qualche insidia ai passisti. La quarta tappa, con l’arrivo a Lago Laceno, potrebbe invece costare qualche secondo di troppo a chi non è arrivato al massimo. Quinta e sesta tappa in Campania con arrivi a Salerno e Napoli piuttosto simili: prima metà nervosa, finale più tranquillo. A fare la differenza in classifica, invece, sarà il trittico di tappe che porteranno al primo giorno di riposo. Si partirà venerdì 12 maggio con la classica salita di Campo Imperatore mentre sabato è una tappa da bollino rosso: prima di arrivare a Fossombrone, 4 salite negli ultimi 50 chilometri. La domenica, invece, sarà territorio di caccia per gli specialisti della velocità: la seconda cronometro da 35 chilometri da Savignano sul Rubicone a Cesena potrebbe vedere distacchi importanti.
Dalla Svizzera alla Lombardia
Dopo il riposo di lunedì, due tappe che porteranno dalla Toscana al Piemonte dal percorso non banale: l’arrivo di Viareggio sembra fatto per i velocisti ma non sono da escludere attacchi seri da parte di chi vuole mettere in carniere almeno una vittoria di tappa. Occhio, poi, alla tappa di giovedì da Bra a Rivoli: una sola salita, quella del Colle Braida, ma di quelle da prendere davvero con le molle. Venerdì 19 si inizia davvero a fare sul serio: tappone alpino, lungo e molto complicato. Prima di arrivare a Crans Montana, si dovranno superare il Gran San Bernardo e la Croix de Coeur, due salite da bollino nero. La sgambata del sabato è solo il preludio alla maratona di domenica 21: la Seregno-Bergamo non ha salite da far tremare i polsi ma un dislivello totale di 3500 metri. Se il percorso assomiglia a quello del Giro di Lombardia, molti corridori potrebbero arrivare col serbatoio in riserva. Le sorprese, in questo caso, potrebbero non mancare.
L'ultima settimana di fuoco
Come succede di solito, la terza settimana del Giro è quella più temuta. Dopo l’ultimo riposo di lunedì, si farà decisamente sul serio: prima dell’arrivo al Monte Bondone, ci saranno ben quattro Gran Premi della Montagna. Mercoledì 24, invece, spazio per l’ultima tappa buona per i velocisti sopravvissuti: l’arrivo a Caorle sembra fatto apposta per loro. Da lì in avanti, invece, spazio solo per i grimpeur: si parte con la tappa in memoria della tragedia del Vajont, si prosegue con una delle frazioni più temute in assoluto, la Longarone-Tre Cime di Lavaredo ed i suoi 5400 metri di dislivello. A decidere la classifica finale del Giro, poi, potrebbe essere l’ultima tappa contro il tempo: la cronoscalata del Monte Lussari, con pendenze che potrebbero avere conseguenze devastanti sulle gambe dei corridori. Il trasferimento in aereo verso la capitale sarà poi il prologo per la passerella finale, buona solo per garantire una vittoria memorabile per le ruote veloci sopravvissute ai tapponi dolomitici.
Dove seguirlo in diretta
Come succede da qualche anno, il Giro d’Italia 2023 sarà disponibile sia in chiaro che sulle pay tv, con una copertura senza precedenti. Se, di solito, è solo Eurosport ad offrire una copertura dalla partenza all’arrivo di tutte le tappe dei grandi giri, stavolta RaiSport e RaiDue seguiranno in maniera integrale tutte le tappe della Corsa Rosa. Se siete a casa, insomma, sarà solo una questione di preferenze personali.
Se, invece, vorrete seguire il Giro anche quando siete fuori, avrete solo
l’imbarazzo della scelta. Le dirette streaming saranno disponibili su RaiPlay, Eurosport.it, Discovery+, DAZN, SkyGo, Now TV e GCN+. Una cosa è certa: lo spettacolo non mancherà di sicuro. Buon Giro a tutti!- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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