Con gli occhi di tutti puntati sulla cronometro di domenica, pochi si aspettavano che l’ottava tappa vedesse movimenti nella generale. Se a trionfare a Fossombrone è stato l’irlandese Ben Healy, partito da solo a 50 chilometri dall’arrivo, tutti erano concentrati su quello che stava succedendo sulla salita dei Cappuccini. Primos Roglic, che si era visto poco, mette un attacco importante al quale il rivale Remco Evenepoel non riesce a rispondere. I secondi guadagnati non sono tantissimi ma dal punto di vista psicologico è una botta importante quella messa dallo sloveno. La maglia rosa rimane sulle spalle di Leknessund ma la domanda di tutti è un’altra: come risponderà il campione del mondo nella lunga cronometro di Cesena?
Una tappa nervosa
Dopo che l’arrivo a Campo Imperatore ha visto la classifica generale invariata, toccherà forse alla Terni-Fossombrone rimescolare un attimo le carte alla vigilia dell’importante cronometro di Cesena. Invece di una tranquilla tappa di trasferimento, basta un’occhiata al tracciato e all’altimetria per rendersi conto che l’ottava frazione della corsa rosa potrebbe rivelarsi ben più insidiosa del previsto. Le salite non mancano, con i GPM concentrati negli ultimi 50 chilometri con alcuni tratti dalle pendenze davvero insidiose. Il rischio di piantarsi sui pedali non è trascurabile.
Con il meteo che potrebbe rendere le discese ancora più pericolose, le possibilità che una fuga dalla lunga distanza riesca ad accumulare abbastanza vantaggio da giungere fino al traguardo sono abbastanza alte. Occhio, quindi, a chi potrebbe prendere le grandi squadre in contropiede e avvantaggiarsi della tanta fatica accumulata dai ciclisti dopo una serie di tappe molto lunghe. Possibile che i leader della generale si marchino stretti, lasciando fare chi cerca solo una giornata di gloria personale ma, francamente, in una tappa come questa può succedere davvero di tutto.
Subito una fuga importante
Si parte subito con una delusione per i tifosi delle due ruote, il ritiro per Covid dell’azzurro Filippo Ganna, che già sul Gran Sasso sembrava in difficoltà. Si parte subito forte, con una mini-fuga guidata dalla maglia rosa Leknessund, subito riassorbita dal gruppo. Dopo quest’azione di disturbo, sul Valico della Somma sono quattro i ciclisti a provare uno strappo, guidati dall’irlandese Ben Healy e del francese Paret-Paintre. Con il gruppo un attimo in conclusione, qualche ciclista ne approfitta per unirsi ai fuggitivi prima del traguardo volante. Il primo è Toms Skujiņš, mentre nel gruppo si pensa a posizionarsi al meglio prima di arrivare a Foligno. A spuntarla su Pedersen e Groves, è l’azzurro Jonathan Milan, che allunga sui rivali nella classifica a punti.
L’azione giusta parte non molto dopo, con sei ciclisti, guidati dal campione d’Italia Filippo Zana, che si mettono d’accordo per unirsi alla fuga. Il resto del gruppo li lascia fare volentieri, una mossa che si potrebbe rivelare rischiosa più avanti. Nonostante la presenza di gente come Zana o Barguil, i cinque fuggitivi si fanno raggiungere, sperando di poter reggere meglio agli attacchi del peloton, che arriveranno negli ultimi chilometri. Con la fuga a più di quattro minuti di vantaggio, si inizia a fare pretattica e, magari, a risparmiare le forze in vista della cronometro di sabato.
Tra i fuggitivi occhio a Barguil, forse il miglior scalatore, che ha già vinto sia al Tour che alla Vuelta ma, forse, quello più in forma è proprio Ben Healy, che nelle Ardenne ha fatto vedere ottime cose. Le cose si movimentano non poco quando si arriva alla prima salita sui Cappuccini: Barguil prova a tirare ma viene preso in contropiede proprio dall’irlandese che, appena scollinato, mette un’azione perentoria. Partire a quasi 50 chilometri dall’arrivo è decisamente un azzardo ma la pedalata di Healy sembra agile e potente. Sul primo GPM il vantaggio dell’irlandese è già oltre i 40 secondi, con nessuno dei fuggitivi che sembra intenzionato a forzare. All’inizio della seconda salita, quella del Monte delle Cesane, Healy allunga ad 1’15”, con il gruppo che è ben oltre i 5 minuti. Possibile che questa azione solitaria arrivi davvero al traguardo?
Roglic attacca nel finale
Come già visto sul Gran Sasso, le grandi squadre non riescono a trovare accordi per alzare il ritmo. La Ineos ci prova per un po’, lasciando il passo alla Jumbo-Visma ma senza che il passo del gruppo si alzi in maniera consistente. Visto il gran passo imposto da Healy, gli inseguitori mollano uno dopo l’altro, lasciando solo gli azzurri Zana e Bais a provare a ricucire sull’irlandese. A 30 chilometri dall’arrivo il vantaggio dell’irlandese è di circa 1’44”, nonostante la Jumbo-Visma si sia messa in moto per frazionare il gruppo e mettere pressione alle squadre rivali su questa salita non banale. Sulla discesa la Ineos da il cambio e riesce a rosicchiare qualche secondo ad Healy, sempre avanti di un minuto e mezzo.
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La Jumbo-Visma prova un’altro strappo ma a 15 chilometri dall’arrivo il vantaggio dell’irlandese è oltre i due minuti sui cinque inseguitori. A soffrire sono parecchi nel gruppo, che perde pezzi su pezzi. L’ultima salita sui Cappuccini potrebbe però vedere qualche azione importante. Se Healy davanti è ormai in piena fiducia, con il vantaggio sugli inseguitori che sale a 2’30” nonostante gli attacchi di Zana, l’attacco arriva da parte di uno dei favoriti, Primos Roglic. L’azione del campione sloveno è micidiale e lascia sui pedali sia Evenepoel che la maglia rosa Leknessund. Se il norvegese riesce a reagire, è proprio il campione del mondo a soffrire non poco l’azione del capitano della Jumbo-Visma. Le ultime rampe della salita dei Cappuccini vedono lo sloveno in gran forma mentre Evenepoel e Leknessund sono superati da Geoghegan Hart e Thomas, rischiando di perdere parecchio nei confronti di Roglic.
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In avanti Ben Healy conclude la sua azione coraggiosa arrivando a Fossombrone da solo con un vantaggio importante ma gli occhi di tutti sono sulla sfida tra gli uomini di classifica, con Roglic che viene raggiunto da Hart e Thomas sulla discesa che porta al traguardo. Più dietro, in piena sofferenza sono sia Leknessund che Evenepoel, staccati anche da Damiano Caruso. Nel finale della discesa la maglia rosa è costretta a mollare, lasciando sul campo parecchi secondi. Sul traguardo Gee riesce a battere Zana e Barguil ma la domanda che tutti si fanno è quanto lascerà a Roglic il campione del mondo. Dal punto di vista psicologico, colpo niente male quello dello sloveno proprio alla vigilia della cronometro.
Leknessund si riprende nel finale, riuscendo a conservare la maglia rosa per un altro giorno. Vedremo domani se Evenepoel riuscirà a rispondere sul suo terreno preferito, la corsa contro il tempo.Classifica di tappa e generale
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