Doveva essere tappa da fuga e, in effetti, un corridore ha fatto di tutto per arrivare da solo al traguardo, come succedeva nei tempi eroici del ciclismo. Alla fine, però, il gruppo ha ripreso il norvegese Abrahamsen e si decide tutto nell’ennesima volata di gruppo. Philipsen e De Lie sembrano in grado di spuntarla ma vengono ancora beffati dall’eritreo Biniam Girmay, che porta a casa la seconda vittoria in questo Tour de France.
Abrahamsen da solo al comando
Il meteo uggioso e le fatiche accumulate negli ultimi giorni fanno sognare a molti il giorno di pausa ma prima di poter ricaricare le batterie ci sono ancora parecchi chilometri da fare. Per non saper né leggere né scrivere, Jonas Abrahamsen si lancia subito all’attacco, partendo col compagno di squadra Bissegger e lo statunitense Powless: azione subito interessante che nessuno nel gruppo ha voglia di andare a riprendere. Il vantaggio cresce sopra i 2’15” prima che le squadre dei velocisti decidano di aumentare il ritmo e contenere i danni: la pioggia battente rende il compito ancora più complicato e in gruppo si vedono parecchie facce lunghe. I fuggitivi sanno di esser troppo pochi per poter arrivare alla fine ma affrontano comunque la prima salita che porta al GpM di 3a categoria della Côte de Vitteaux. Incredibilmente a provare a riprendere il trio di testa sono proprio Bettiol e Ben Healy, compagni di squadra di Powless: se Abrahamsen si prende i punti per la maglia a pois, sulla salita successiva, la Côte de Villy-en-Auxois, il norvegese rimane da solo in testa.
A 140 chilometri dall’arrivo Abrahamsen è ancora da solo al comando, con 1’50” di vantaggio sull’inseguitore solitario Jegat, che ha 1’30” sul peloton. Dieci chilometri dopo il vantaggio sul gruppo è oltre a 5 minuti, segno che pochi hanno voglia di spingere fino in fondo. La situazione si rianima nell’avvicinamento al traguardo volante: dopo l’abbandono di Pedersen e la penalizzazione di Philipsen, Girmay ha ben 62 punti di vantaggio sul rivale più vicino per la maglia verde, curiosamente proprio il fuggitivo Abrahamsen. La Intermarché si mette davanti e consente al ciclista eritreo di aggiudicarsi il secondo posto e la gara torna a rallentare, con il vantaggio del norvegese più o meno stabile anche nell’avvicinamento alla penultima salita di giornata, la Côte de Santenoge. Abrahamsen si aggiudica anche questi punti, allungando sui rivali nella classifica scalatori ma è davvero difficile che, con così tanti chilometri da fare, riesca ad arrivare in fondo.
Si finisce in volata, la spunta Girmay
La seconda metà di questa lunga e nervosa tappa vive del duello a distanza tra il fuggitivo e le squadre dei velocisti, che iniziano a rosicchiare qualche secondo ad Abrahamsen, nonostante il rischio del vento laterale. A 50 chilometri dall’arrivo il norvegese ha ancora 3’50” di vantaggio ma sembra chiaro che sarà ripreso prima dell’arrivo, visto che le squadre dei velocisti sembrano avere la situazione sotto controllo. La pioggia è sempre più pesante ma a complicare le cose potrebbe essere il falsopiano prima dell’arrivo: calcolare i tempi per evitare che parta un nuovo attacco non sarà semplice.
Abrahamsen è ripreso a 10 chilometri dalla fine ma comunque un’azione molto divertente quella portata dal norvegese: non partono subito attacchi, a conferma che tutti vorranno giocarsela in una volata di gruppo. Jakobsen decide di non battersi mentre Pogacar pensa solo a contenere i danni: a giocarsela saranno solo i velocisti puri. Coquard prova a prendere tutti in contropiede ma non può resistere alla rimonta di Philipsen. Alla fine, però, la Intermarché mette Biniam Girmay al posto giusto al momento giusto e l’eritreo si porta a casa la seconda vittoria di tappa in questo Tour de France. Disperazione per Arnaud De Lie, che per due volte non riesce a farsi spazio e deve accontentarsi del terzo posto.
La classifica
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La tappa di domani
Anche una competizione molto tradizionalista come il Tour ha alla fine deciso di cedere al fascino delle strade bianche, che per la prima volta fanno parte della Grande Boucle. Non si tratta nemmeno di una trovata pubblicitaria: i 32 chilometri divisi in 14 sezioni di sterrato attorno a Troyes renderanno questa tappa nervosa e sicuramente eccitante, specialmente se il meteo non dovesse collaborare.
Anche gli uomini di classifica dovranno guardarsi dalle inevitabili forature, dai problemi meccanici e dalle possibili cadute che potrebbero
causare frazioni importanti nel gruppo. Trovarsi dalla parte sbagliata di una fuga potrebbe costare parecchio terreno nelle varie classifiche, specialmente se lo sterrato dovesse trasformarsi in una fanghiglia appiccicosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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