Si chiama «Selacofobia» che ai più, magari, dirà poco o niente. Si tratta della paura di fare il bagno non solo nel mare aperto, ma anche vicino a riva. Il motivo? Il terrore che uno squalo possa aggredirci. Colpa, si fa per dire, di Steven Spielberg e del suo Lo Squalo, datato 20 giugno 1975, vero anno uno di un certo modo di fare cinema. Da allora, nulla è stato più come prima, soprattutto per i poveri squali, diventati i «cattivi» per eccellenza, negli anni a seguire. Non c'è estate nella quale non esca almeno un film con protagonista il solito squalo cacciatore. Ad esempio, il 3 agosto arriva, nelle sale, Shark 2. L'Abisso, sequel del già dimenticabile Shark. Il Primo Squalo, uscito nel 2018. Le trame? Quasi sempre tutte uguali. Di solito, un gruppo di perfetti idioti si avventura dove non dovrebbe, con i cellulari che non funzionano o sono scarichi, con ridicoli tentativi di fuga che finiscono sempre male. Spingendoti a solidarizzare con il povero animale, il cui sindacato, evidentemente, non è così potente da proclamare uno sciopero contro questa criminalizzazione su grande schermo. E pensare che nel film di Spielberg lo squalo si vedeva appieno solo per pochissimi istanti. Colpa del malfunzionamento dei congegni idraulici, causati dall'acqua salmastra. Da qui, la trovata di inquadrare la famosa pinna dorsale il cui incedere in acqua, accompagnato dalla musica (con due solo note) di John Williams, ha fatto la storia del grande schermo.
In realtà, lo squalo ha iniziato a infestare «il grande schermo», già dal 1932. Il film, in questione, si intitolava Tiger Shark, da noi uscito come Le tigri del Pacifico, melodrammone nel quale un pescatore perdeva la mano per colpa di uno squalo. Quattro anni dopo, ecco Il prigioniero dell'isola degli squali, diretto da John Ford, dove una prigione era circondata da un fossato pieno di squali, rendendo problematiche le evasioni. Da allora, di acqua ne è passata in mare, con gli squali costretti a «recitare» nella solita parte, neanche fossero attori italiani.
Insomma, non è che il cinema si sia interessato degli squali solo con Spielberg, anche se è stato il film del 1975 a far scoppiare, anche nel pubblico, la «squalomania», oltre alla fobia di cui sopra. Non solo con i suoi tre sequel ufficiali, ma anche con i numerosi «figliastri illegittimi» sparsi nel mondo. Spesso, B-Movie dai risultati imbarazzanti, o meglio, ridicoli. Per dire, nel 2013 è uscito Ghost Shark nel quale uno squalo bianco veniva ucciso sadicamente. Solo che finiva in una grotta sottomarina paranormale che riportava in vita il suo fantasma. L'anno prima, invece, avevano pensato bene di fare un incrocio tra Jurassic Park e Lo Squalo partorendo Jurassic Shark, con protagonista uno squalo preistorico miracolosamente risvegliato da una compagnia petrolifera. Pensate di aver visto tutto? Difficile dopo Shark Exorcist, del 2015. Avete letto bene, lo squalo esorcista, capolavoro assoluto del trash. Se vi capita, guardate il ridicolo trailer, con una trama che devono aver partorito dopo una indigestione di peperonata. Qui, una suora evoca Satana per possedere uno squalo bianco. Il quale trasforma vittime innocenti in donne-squalo che terrorizzano una città portuale. Così è, se vi pare.
Nel 2009, avevano fatto di peggio. Ovvero, Psycho Shark, con ovvi riferimenti al film ben più famoso di Hitchcock. E se l'acqua non basta, ecco che anche la neve diventa luogo dove si possono incrociare degli squali famelici, come accade puntualmente in Avalanche Sharks, del 2014. Del resto, una delle saghe più assurde sugli squali è quella di Sharknado. Qui, i poveri pescioloni diventavano volanti, risucchiati da un tornado che li spediva in aria facendoli atterrare in città, con relativa abbuffata. Assurdo sì, ma non abbastanza per non regalare, si fa per dire, altre cinque pellicole sequel.
Poteva mancare anche un film ispirato ad Indiana Jones? Certo che no ed ecco arrivare, nel 2015, Raiders of the Lost Shark, dove spunta il solito squalo preistorico risvegliato. E siccome alla fantasia (si fa per dire) non c'è limite, ecco partorire 6-Headed Shark Attack, nel quale al povero squalo vengono fatte spuntare sei teste, con effetti speciali che nemmeno alle elementari. E adesso, come detto, tra pochi giorni, Jason Statham si troverà alle prese con il sequel Shark 2.
L'Abisso, nel quale tre Megalodonti, super predatori, faranno colazione in riva al mare con i soliti bagnanti. Perché da Lo Squalo in poi, il ritornello è sempre quello. Come la stupidità delle vittime o di certi sceneggiatori. Che dovrebbe essere la vera fobia per i poveri spettatori che pagano i biglietti.
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