Aquile Randagie, la vera storia del gruppo scout per la Giornata del pensiero

Le Aquile Randagie furono un gruppo scout che, durante la Seconda Guerra Mondiale, salvarono la vita a più di duemila persone. E ora un film racconta la loro storia

Aquile Randagie, la vera storia del gruppo scout per la Giornata del pensiero

Aquile Randagie è il film del 2019 presentato al Giffoni Film Festival e diretto da Gianni Aureli che va in onda questa sera alle 20.55 sul canale TV2000. Tratto da una storia vera, il film si concentra su un gruppo di ragazzi scout che durante la Seconda Guerra Mondiale salvarono migliaia di persone.

Aquile randagie, la trama

Quando Benito Mussolini decide di chiudere tutte le associazioni giovanili, Andrea (Romeo Tofani) e Giulio detto Kelly (Teo Guarini) decidono di continuare la loro attività di scout in clandestinità per non voler venir meno al loro giuramento: essere d'aiuto agli altri. Alla guida del gruppo di scout delle Aquile Randagie, attivo tra Milano e Monza, Andrea e Kelly finiscono presso nelle mire dei rappresentati del fascismo che, pur di fermarli, non si fanno scupoli a picchiare a sangue Kelly che perde anche l'udito da un orecchio. Ma le prevaricazioni e le minacce non intaccano minimamente lo spirito delle Aquile Randagie, che continuano a svolgere la propria missione finché la volontà di aiutare il prossimo non si trasforma in una partecipazione attiva alla Resistenza, entrando a far parte della OSCAR - Organizzazione Scout Cattolica Assistenza Ricercati.

La vera storia dietro il film

Il 22 febbraio si celebra in ambito scout e a livello internazionale il World Thinking Day, una giornata in Italia nota con il nome di Giornata del pensiero. Durante questa giornata gli esploratori di tutto il mondo donano simbolicamente una moneta (di solito dal valore di un penny) per creare una specie di "fondo" per sostenere il cosiddetto Guidismo nei paesi in difficoltà. Non sorprende dunque che il canale TV2000 abbia scelto di mandare in onda proprio la sera del 22 febbraio un film che racconta una delle pagine più eroiche dello scoutismo. Il regista di Aquile Randagie ha infatti detto a Repubblica: "I protagonisti di queste avventure sono stati dei ragazzi, tra i 14 e i 20 anni, che hanno dimostrato coraggio, adesione, spirito di sacrificio e lealtà al Paese. Valori che devono essere memoria storica e viva." In effetti la storia delle Aquile Randagie e dell'apporto che hanno dato durante gli anni della Resistenza è ancora pressoché sconosciuta ai più e questo è stato anche uno dei motivi che ha spinto maggiormente il regista a decidere di voler raccontare questa storia in un film, destinato anche (e forse soprattutto) a un pubblico molto giovane.

L'incredibile storia delle Aquile Randagie inizia quando le leggi fasciste hanno ormai cercato di smembrare qualsiasi associazione giovanile, con particolare attenzione al mondo dello scout. Le Aquile Randagie però continuano a operare, creando anche legami internazionali, come dimostra la partecipazione di Don Violi, Kelly e Bertoletti al Jumboree in Ungheria. Lo spirito del gruppo, durante la seconda metà degli anni Trenta, è tenuto alto da Kelly, che era caratterizzato da uno spirito goliardico che lo spingeva ad essere il protagonista di provocazioni verso il regime e la Gioventù hitleriana. Nel 1939, poco dopo l'inizio della Seconda Guerra Mondiale, le Aquile Randagie scoprirono la Val Codera, una sorta di paradiso perduto dove si tennero i campi estivi del 1941 e del 1942. Grazie alla posizione nascosta e alla collaborazione di vigilanti non fascisti, la Val Codera diventò il luogo dove le Aquile Randagie potevano continuare a fare scout in divisa senza troppa paura di essere visti e denunciati. Mentre Kelly subisce attacchi che gli faranno perdere l'udito e molti scout vengono richiamati per andare in guerra con l'esercito, pian piano si profila all'orizzonte quella che poi diventerà l'OSCAR.

Come si legge su Avvenire, l'opera di resistenza delle Aquile Randagie salvò la vita ad almeno 2.200 persone, tra ebrei, ricercati: gli Scout aiutarono infatti le persone in difficoltà ad attraversare il confine italiano per trovare riparo in Svizzera.

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