Il 20 gennaio si festeggia la Giornata del Cinema Italiano, ma la data viene spesso commemorata anche per essere l'anniversario della nascita di Federico Fellini, maestro della settima arte e colonna portante del cinema italiano, capace di creare degli standard che, ancora oggi, vengono seguiti. Ne è un esempio il recente È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, che proprio a Fellini dedica un passaggio del lungometraggio, ricordando uno dei tanti insegnamenti che il regista de La dolce vita ha lasciato ai posteri.
Nato a Rimini il 20 gennaio 1920, Fellini ha avuto una carriera prolifica, che lo ha portato a firmare diciannove lungometraggi, molti dei quali considerati dei capolavori e delle vere e proprie pietre miliari. Federico Fellini è anche il cineasta italiano più premiato nella storia degli Academy Awards, con cinque Oscar portati a casa, di cui uno onorario alla carriera. Gli altri quattro sono stati vinti dai film Le notti di Cabiria, Amarcord, La strada e 8 e mezzo, che continuano ad essere i fari luminosi di una filmografia piena di capolavori. Non è un caso, allora, che la Giornata mondiale del cinema italiano ricada proprio nell'anniversario della nascita del cineasta: Fellini, in questo senso, è egli stesso l'anima e il simbolo del cinema made in Italy è il suo lascito è indubbio.
Ma la grandezza di questo artista non si evince solo dalla portata immortale dei suoi lungometraggi, che pure rimangono un grandissimo biglietto da visita, ma anche per la sua capacità di forgiare la realtà intorno a lui e di travalicare i confini dello schermo. Ad esempio, ci sono espressioni linguistiche utilizzate nella lingua italiana di tutti i giorni che vengono proprio dalla sua produzione: quando si utilizza il termine "Amarcord" o "Paparazzo" o anche solo la frase "la dolce vita" è a Fellini che si fa risalire l'origine. Non è un caso, allora, che Babbel, azienda per l'apprendimento delle lingue, abbia dedicato proprio a Fellini un glossario che possa permettere ai suoi iscritti di conoscere da vicino il lascito del cineasta. Parole come Bidone (nell'uso colloquiale di truffa e imbroglio), Felliniano o Vitellone rientrano nella ricerca per dimostrare quanto la grandezza di un'artista risieda sempre nella capacità non solo di raccontare una grande storia, ma anche di plasmare la realtà, di modificare il proprio tempo.
Basti pensare che anche il termine dolcevita arriva direttamente dalla produzione felliniana. Il dolcevita è il maglione a collo alto tanto amato da Marcello Mastroianni e che lo riconduce al film di Fellini, al cui interno l'attore ha un ruolo centrale, non solo a livello narrativo, ma anche ideologico.
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