Liliana Cavani compie 90 anni: 5 film da riscoprire della regista

La regista carpigiana ha scritto pagine importanti del cinema italiano del Novecento, uno sguardo libero e spontaneo lontano da manicheismi

Liliana Cavani in un'intervista a Rai Cultura
Liliana Cavani in un'intervista a Rai Cultura

Liliana Cavani oggi compie 90 anni, festeggiamo una delle registe più importanti della storia del cinema italiano e delle più amate a livello internazionale. La carpigiana si è fatta conoscere per il suo sguardo libero e spontaneo lontano da manicheismi. Uno stile volto a dividere più che a suscitare consensi, storia e personaggi storici come mezzo per raccontare qualcosa di attuale e svelare il suo punto di vista sull’attualità.

Dalla provincia emiliana alla ribalta della cronaca mondiale, Liliana Cavani ne ha fatta di strada. Ma non ha intenzione di fermarsi: in questi giorni è al lavoro per ultimare il suo nuovo film “L’ordine del tempo”, dall’omonimo libro di Carlo Rovelli, che esplora la complessità e il mistero del tempo fisico ed esistenziale. In attesa di scoprire questo nuovo progetto, andiamo ad analizzare 5 film della cineasta da scoprire e/o riscoprire.

1. I cannibali

Terzo lungometraggio di Liliana Cavani – ma il primo senza “l’appoggio” Rai – “I cannibali” è il suo film più allegorico, pieno di rimandi. Liberamente ispirato all’Antigone di Sofocle – riambientando la vicenda in un futuro distopico – è un manifesto contro il sistema capitalistico. Attraverso Sofocle, la cineasta ripercorre il Sessantotto, con la ricerca di un mondo più aperto e più libero. Tragico e inquietante, dalle parte del “Fahrenheit 451” di Truffaut.

2. Milarepa

liberamente ispirato al libro “Tibet's Great Yogi Milarepa”, “Milarepa” è un altro esempio della capacità di Liliana Cavani di raccontare il passato trovando dei punti di contatto con il presente. Rispetto ai precedenti, c’è un salto di qualità dal punto di vista della struttura del film, adattata alla complessità delle religioni orientali. Tanti elementi, tutti in straordinario equilibrio. Un risultato degno di nota, molto apprezzato anche da Pier Paolo Pasolini.

3. Il portiere di notte

“Il portiere di notte” rappresenta lo zenit della filmografia di Liliana Cavani. Un’opera provocatoria, fastidiosa che elevò la carpigiana a “regista scandalosa” per eccellenza. L’emblema dell’audacia della cineasta italiana, intenzionata a portare il nazismo da un piano storico a un piano psicologico, senza proporre però la classica distinzione tra bene e male, tra vittime e carnefici. Anche in questo caso, la storia utilizzata come mezzo per parlare di altro, della società. Semplicemente un capolavoro.

4. Al di là del bene e del male

Con “Al di là del bene e del male” Liliana Cavani provoca ancora. Liberamente ispirato a fatti reali della vita di Nietzsche, il film racconta il triangolo amoroso tra il filosofo tedesco, Paul Rèe e la disinibita Lou von Salomè. La regista carpigiana esplora temi scomodi, secondo molti scandalosi, e non lesina scene audaci, a partire dalla messa in scena dei rapporti sessuali. Da un punto di vista meramente formale, si tratta di una delle opere più raffinate della sua filmografia.

5. La pelle

Napoli, 1944, seconda guerra mondiale. Tra miseria e macerie di una città appena liberata, il capitano Curzio Malaparte media tra gli Alleati e la popolazione di Napoli, dove tutto accade nonostante la vita continui.

Tratto dal romanzo omonimo di Curzio Malaparte, “La pelle” accende i riflettori sulla fine della guerra e sulla liberazione, ma anche in questo caso da un punto di vista diverso, scomodo. Nessuna operazione neorealista, ma nemmeno un’agiografia degli americani: Liliana Cavani firma un’opera scabrosa, eccessiva, a tratti ripugnante. Una delle migliori interpretazioni di Marcello Mastroianni.

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