Il mito di Alien torna al cinema: l’horror che è diventato un cult

I primi due film della saga tornano al cinema dal 29 fino al 31 maggio per far riviere il terrore puro del celebre franchise fantascientifico di Ridley Scott

Il mito di Alien torna al cinema: l’horror che è diventato un cult
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Tra i "super-cattivi" che hanno fatto tremare il pubblico al cinema è impossibile non menzionare il personaggio di Alien che, insieme a Freddy Kruger, Jason Vooheers e molti altri, ha segnato una pagina molto importante della cultura pop del secolo scorso e dell’immaginario collettivo. Rispetto ai suoi colleghi "illustri", Alien è un mostro che proviene da un mondo situato nello spazio più profondo. È guidato solo dall’istinto riproduttivo e di sopravvivenza. È, però, intelligente e non ha paura di niente. Rappresenta il male più oscuro e pericoloso e, proprio per questo motivo, ad oggi è considerato uno dei cattivi più celebri del grande schermo. La sua prima apparizione risale al 1979 quando, un giovane Ridley Scott, ha avuto la caparbietà di ridefinire il concetto stesso di film horror, entrando nella storia solo per aver concepito un lungometraggio dal canovaccio semplice ma d’impatto, capace di incollare lo spettatore alla sedia. Da quando Alien è arrivato al cinema per la prima volta sono passati più di 40 anni, ma il suo mito è ancora fresco e vivente nel cuore del pubblico.

Per questo motivo, da anni e nell’ultima settima di maggio, si celebra l’"Alien Day". Un modo per ricordare un film che è diventato un cult e per omaggiare un regista che, di fatto, ha cambiato le regole della cinematografia di serie B. In Italia, grazie alla Lucky Red, è possibile festeggiare nei cinema il genio di Scott dal 29 fino al 31 maggio, date in cui sono proiettati in versione restaurata ben due film della serie. Il primo e il secondo capitolo che, nel 1986, fu realizzato da James Cameron. In 40 anni di storia, Alien non ha mai smesso di esistere attraverso sequel, reboot e prequel (più o meno riusciti) ma perché un mostro di questa portata è così importante per la storia del cinema?

Uno dei capolavori della fantascienza

Capostipite di una lunga serie di film dalle forti sfumature horror, nel 1979 il primo capitolo di Alien è arrivato come un tornado nei cinema di tutto il mondo. Ambientando la storia in un futuro a noi lontanissimo, la vicenda si focalizza sull’equipaggio della nave Nostromo in rotta verso la Terra con un carico di minerali. Fino a quando il computer di bordo non capta un segnale di soccorso da un pianeta sconosciuto, e da quel momento in poi il viaggio di ritorno verso casa diventa un incubo. Tutta la vicenda del film – e dei sequel - ruota attorno alla sopravvivenza da specie aliena che nella storia viene identificata con la generica definizione xenomorfa, ovvero costituita da feroci predatori dotati di intelligenza ma incapaci di provare emozioni, che si riproducono come parassiti annidandosi nei corpi di altri esseri viventi provocandone la morte. All’inizio, però, il film non fu tanto apprezzato dalla critica anche se aveva ricevuto un buon apprezzamento da parte del pubblico. Solo successivamente, e quasi un decennio dopo, fu rivaluto e Variety lo definì un "vero e proprio capolavoro della fantascienza".

E poi arriva James Cameron che costruisce il sequel perfetto

Fresco del grande successo ottenuto con il film di Terminator, fu il celebre James Cameron che firmò il sequel di Alien arrivato nei cinema nel 1986. Qui in Italia è conosciuto come Scontro Finale ma, in realtà, sappiamo molto bene che la saga non ha smesso di esistere dopo questo film. Con più effetti speciali e con un budget maggiore, il regista costruisce un lavoro dalla trama ben più articolata rispetto al primo capitolo. Con un cast totalmente rinnovato (tranne per la mitica Sigourney Weaver) si torna di nuovo su quel pienata sconosciuto e si torna a combattere Alien. E questa volta non c’è solo un mostro da uccidere ma una mandria inferocita. Con un pizzico di sana retorica e tanta ironia, il sequel ha eguagliato la bellezza del primo capitolo, facendo intuire quanto possa essere redditizia una saga del genere, capace di essere un horror di ottima fattura che, inconsapevolmente, riflette sulle paure insite (e nascoste) in fondo all’animo umano.

Sigourney Weaver la femminista ante-litteram

Ma, di sicuro, il successo della saga è dovuto alla bravura e alla caparbietà di Sigourney Weaver che, proprio con il primo film di Alien, è stata lanciata nel firmamento delle star. Lei ha prestato il volto a Ellen Ripley, terzo ufficiale della Nostromo, che suo malgrado, si trova da sola a combattere contro un nemico insidioso e pericoloso. Un personaggio dal grande appeal che la Weaver ha portato sul grande schermo, una donna che prima di tutti ha dovuto confrontarsi con una società del futuro ancora tremendamente maschilista ma che, alla fine, si è dimostrata l’unica in grado di difendersi e mettere in salavo i più deboli. Una vera super-eroina che ha ribaltato la figura della donna al cinema, non più una damigella da salvare ma una vera combattente che non ha bisogno dell’aiuto di nessuno. Ellen Ripley, in un certo senso, è all’antitesi di tutti quei personaggi femminili che, successivamente, hanno trovato spazio al cinema e non solo. La Weaver, di fatto, su Alien ha costruito tutta la sua carriera, comparendo in 4 film della serie.

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Ma la saga si espande a vista d’occhio

Dicevamo che di Alien è stata costruita una vera e propria saga di film. Ai primi due, ha fatto seguito Alien 3 diretto da David Fincher che avrebbe dovuto segnare la fine del franchise ma così non è stato. In epoca più recente è arrivato Alien - La clonazione sotto la direzione creativa di Joss Whedon (il papà di Buffy, l’ammazza vampiri). Sono stati inoltre prodotti due film ispirati al soggetto originale e con ambientazione anteriore in cui Alien si è scontrato in una battaglia all’ultimo sangue con Predator. Con il titolo Alien vs. Predator e Aliens vs. Predator 2, i film hanno creato un punto di congiunzione con la serie di Predator. Ma non è tutto. Nel 2012, Ridley Scott è tornato nell’universo di Alien realizzando ben due prequel, Prometheus e Covenant, in cui ha cercato di spiegare la nascita di Alien con i toni di una pura space-opera dai tratti filosofici.

Perché si festeggia a maggio l’Alien Day?

L’idea di festeggiare un mostro sacro del cinema nasce dalla sottocultura fantascientifica di appassionati, desiderosi di onorare l'amato franchise di Alien. Il primo "Alien Day" (non ufficiale) è stato celebrato nella primavera del 2015 a Brooklyn. La scelta della data ha un preciso significato e si festeggia nel mese di maggio perché si fa riferimento della luna LV-426 in cui vengono scoperti gli xenomorfi nel film del 1979. A partire dal 2016, l'Alien Day è mutato in una celebrazione più ufficiale quando 20th Century Fox è stata coinvolta come sponsor, e quest’anno arriva in Italia per la prima volta, per rilanciare il marchio e tutto il comparto cinematografico ancora in crisi dopo le chiusure forzate del 2020.

Un mito vivente e che incute ancora timore

Sono passati più di 40 dalla nascita di Alien e quel mostro che proviene dallo spazio profondo è un personaggio che i fan non riescono ancora a dimenticare. Protagonista di romanzi e di fumetti, il suo è un mito vivente ancora oggi che, di fatto, non passa mai di moda.

L’unico che ha unito i temi di una space-opera anni ’50 e vicina ai film di Lamberto Bava (come Terrore dall’infinito) e giocando con gli stessi meccanismi di un horror moderno. Nasce qualcosa di nuovo e che mai è stato replicato tanto da restare immanente nell’immaginario di tutti.

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