"Il momento di uccidere", la terribile storia vera che ha ispirato il film

Il momento di uccidere è il film con Matthew McConaughey e Sandra Bullock tratto da un libro di John Grisham ispirato a una storia vera

"Il momento di uccidere", la terribile storia vera che ha ispirato il film

Tratto dal romanzo omonimo di John Grisham uscito nel 1989, Il momento di uccidere è il film diretto da Joel Schumacher che va in onda questa sera alle 21.15 su La7. Nonostante la fonte principale della pellicola sia appunto il thriller di Grisham, la storia raccontata ne Il momento di uccidere affonda le sue radici nella realtà, perché si ispira a una terribile storia vera di violenza sessuale perpetrata ai danni di due ragazzine minorenni.

Il momento di uccidere, la trama

Nell'afosa estate del Mississipi, due criminali ubriachi e violenti fermano sul ciglio della strada una bambina afroamericana. I due la picchiano, la stuprano, cercano di impiccarla e la buttano giù da un ponte. Il giorno in cui i due devono sottomettersi alla condanna della corte, però, il padre della bambina, Carl Lee Hailey (Samuel L. Jackson) decide di farsi giustizia da solo, consapevole che una famiglia afroamericana non può ottenere una giustizia equa nello stato del Mississipi. Così l'uomo uccide a colpi di fucilate i due criminali e, nella sparatoria, ferisce gravemente anche un poliziotto.

Immediatamente arrestato per il duplice omicidio, Carl Lee viene difeso dal giovane avvocato Jake Brigance (Matthew McConaughy), che non ha mai affrontato un caso così grande né ha l'esperienza della controparte (Kevin Spacey). Dopo aver accettato l'aiuto della studentessa Ellen (Sandra Bullock), del suo socio (Oliver Platt) e del suo vecchio mentore (Donald Sutherland), Jake si renderà conto che il nemico più difficile da abbattere è la cultura razzista e piena di stereotipi della piccola cittadina, dove il Ku Klux Klan è libero persino di minacciare e mettere in pericolo la vita della moglie di Jake (Ashley Judd).

La storia vera dietro il film

Spesso, guardando pellicole come Il momento di uccidere, si ha la sensazione che scrittori, sceneggiatori e registi decidano di spingere l'acceleratore su alcuni ricatti emotivi per spingere il pubblico a provare una forte empatia con i personaggi chiamati in scena. Nella costruzione narrativa di un film che tratta tematiche forti come la violenza sessuale o il razzismo, spesso ci si domanda se non ci sia una forte esagerazione e romanticizzazione per permettere un maggior grado di coinvolgimento. Questo tipo di dubbi, però, non hanno molto senso di esistere nel caso di Il momento di uccidere, che pur con le sue libertà artistiche, si ispira a un vero fatto di cronaca che dimostra come a volte non ci sia fantasia che sia in grado di competere con la vera crudeltà di determinati esseri umani, sebbene la dinamica sia opposta a quella presente nel libro e nel film.

Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, fu proprio lo scrittore John Grisham ad assistere a un dibattimento legale inerente un caso di stupro minorile nel tribunale di DeSoto County, a Hernando, dove lo scrittore assistette alla testimonianza di una vittima di stupro che aveva appena 12 anni. Il resoconto del caso è riportato dal sitoJustia, che descrive con dovizia di particolari la dinamica dell'accaduto.

L'11 luglio del 1984 due sorelle, Julie e Marcie Scott, di 16 e 12 anni, vennero stuprate e picchiate brutalmente nella cittadina di Southhaven, dove vivevano. In quel torrido pomeriggio estivo, mentre Marcie era nella sua stanza, Julie si stava facendo una doccia, quando un rumore sordo alla porta d'ingresso attirò la sua attenzione, tanto da spingerla ad avvolgersi in fretta in un asciugamano e scendere di sotto per controllare quale fosse la causa di tanto scompiglio. Sulla soglia trovò un uomo di colore che, dopo aver distrutto il vetro della porta di ingresso, aveva fatto irruzione in casa, armato di una pistola che non si fece scrupoli a puntare contro la ragazzina che era apparsa. Julie, spaventata, lanciò un urlo, attirando anche l'attenzione di sua sorella Marcie. Per le due sorelle, però, non c'è stato molto da fare.

L'intruso, infatti, riuscì a chiuderle entrambe nella stanza della più piccola e per quasi un'ora le ha stuprate e picchiate, chiudendole alternativamente nell'armadio. Non contento di quello che aveva già fatto, l'intruso obbligò anche la maggiore delle due sorelle ad accompagnarlo in giro per casa, indicando i punti in cui si trovavano soldi e oggetti di valore, prima di colpire Julie alla testa, facendole perdere i sensi. Questo però non ha messo a tacere la violenza dell'uomo, che l'ha pugnalata mentre si trovava a terra, inerme e priva di conoscenza. A Marcie non venne risparmiato un destino simile: venne colpita alla testa ripetutamente, prima di essere soffocata fino allo svenimento con delle lenzuola. L'assalitore si mise in fuga: Marcie fu la prima a ritornare in sè e dopo aver controllato lo stato della sorella andò dalla vicina a chiedere aiuto.

Come si legge su Taxi Driver, la testimonianza di due uomini rimasti anonimi, condussero all'arresto di Willie James Harris. John Grisham, dunque, era presente al processo di Willie Harris e cominciò a pensare a una trama che partiva da una domanda molto semplice: cosa sarebbe accaduto se il padre delle ragazze avesse cercato di farsi giustizia da solo? Da lì lo scrittore è partito a imbastire una trama che ha ribaltato l'etnia di vittime e predatore, dal momento che nelle sue intenzione c'era quella di scrivere un romanzo che fosse in qualche modo ispirato a Il buio oltre la siepe, come scrive anche Entertainment Weekly.

Intenzione messa in chiaro anche dalla scelta del titolo: in lingua originale, infatti, Il momento di uccidere si intitola Time to Kill, mentre il libro di Harper Lee, sempre in lingua originale, porta il titolo di To Kill a Mockingbird

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