Paola Cortellesi batte anche "Barbie"

Spettatori da record per "C'è ancora domani". Il femminismo trionfa al cinema

Paola Cortellesi batte anche "Barbie"
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Un film italiano, con una certa dose di eco neorealistica ed una certa dose di femminismo batte un film americano costato cento milioni di dollari, colorato pastello e con una certa dose di femminismo ma "plastificato"(seppur con ironia e un cast stellare).

C'è ancora domani, diretto e interpretato da Paola Cortellesi (alla sua prima regia) , supera come ingressi in sala anche il colossal Barbie, raggiungendo quota 4.395.868 (per un incasso di 29.976.654 euro), stando ai dati Cinetel.

Il film di Greta Gerwig con le superstar Margot Robbie e Ryan Gosling, ha appena rastrellato nove candidature ai Golden Globe, ma in Italia ha ottenuto finora 4.389.568 ingressi (incasso totale 32.118.359 euro).

A netta distanza un`altra mega produzione statunitense: Oppenheimer. La biografia sul padre della bomba atomica firmata da Christopher Nolan, ha totalizzato 3.746.365 ingressi in sala (incasso 27.978.795 euro). A questo punto quello che sui giornali è stato definito il "fenomeno Cortellesi" si conferma per essere indubitabilmente un fatto. Per usare le parole della sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni: «Un successo travolgente, che prova il livello dei professionisti del nostro cinema».

Girato in bianco e nero, C`è ancora domani è un affresco della condizione femminile della seconda metà degli anni Quaranta in Italia, subito prima della svolta, politica e sociale, del diritto di voto alle donne, e nell`estetica si muove in una precisa tradizione del cinema italiano. Il film fa rivivere un`epoca in cui davvero c`era una cultura, nel nostro Paese, carica di maschilismo e il tema viene toccato con delicatezza e leggerezza. Soprattutto senza forzature.

Non stupisce che visto il dibattito in corso su temi come il femminicidio abbia funzionato così bene

in sala. Alla fine fra l`affresco in bianco e nero e il grande gioco colorato hollywoodiano, su temi non diversissimi, ha vinto, almeno nel nostro Paese, un certo tipo di «stile italiano» nel raccontare. Non era scontato.

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