Diretto da David Twohy e uscito nel 2013, Riddick è il lungometraggio che va in onda questa sera alle 21.20 su Cielo. Si tratta del terzo capitolo che vede come protagonista il personaggio Richard B. Riddick, dopo Pitch Black e Chronicles of Riddick.
Riddick, la trama
Riddick (Vin Diesel) era stato dato per morto dai suoi nemici, abbandonato alla morte anche dalla sua stessa specie e da coloro che avrebbero dovuto proteggerlo o, almeno, tenere un po' alla sua sopravvivenza. Il criminale, però, si risveglia e scopre di essere ancora vivo e di avere una possibilità di non morire su un pianeta dove ci sono alieni crudeli e che, soprattutto, sta per essere travolto da una tempesta. Tutto cambia quando sul pianeta arrivano due navicelle: una popolata da cacciatori di taglie guidate da Santana (Jordi Mollà), l'altra piena di mercenari al soldo di un uomo che si chiama Boss Johns (Matt Nable).
A questo punto Riddick sa di non avere altra scelta se non provare a prendere possesso di una di quelle navi prima che sia troppo tardi: lancia così un ultimatum agli ultimi arrivati, in cui "ordina" che gli venga lasciata una navicella, sotto la minaccia di uccidere tutti qualora questo suo "desiderio" non venga realizzato. Ben presto i due ultimi arrivati si rendono conto di dover collaborare se vogliono avere una chance contro Riddick e le sue abilità. Ma le cose prendono poi una piega inaspettata.
Tutti i compromessi accettati da Vin Diesel
Vin Diesel è senza dubbio una delle star di Hollywood più amate del cinema mainstream, grazie soprattutto alla saga di Fast and Furious che ha avuto un successo internazionale sin dal debutto. Ma Vin Diesel è anche un uomo che sa come funziona il "dietro le quinte" dello scintillante mondo di Hollywood e che ha sempre fatto di tutto per realizzare i film che voleva. E ne è un esempio proprio Riddick, pellicola che l'attore voleva vedesse la luce al punto da accettare diversi compromessi. Come si diceva in apertura, Riddick è il terzo capitolo di una trilogia iniziata con Pitch Black che, stando ai dati riportati da Slash Film, guadagnò nel 2000 circa 53 milioni di dollari a fronte di un budget di ventitré. Non un successo planetario, dunque, ma Pitch Black - grazie anche all'allora fiorente mercato home video - incassò abbastanza da permettere anche la realizzazione di un sequel, The Chronicles of Riddick che, tuttavia, non ebbe il successo sperato. Il budget iniziale fu di oltre cento milioni di dollari e gli incassi a livello globale non superarono i centosei milioni. Era dunque chiaro che la casa di produzione, la Universal, non era così propensa a realizzare anche un terzo film. Tuttavia Vin Diesel aveva sempre avuto in mente l'idea di fare una trilogia, come ha spiegato lui stesso in un'intervista con Coming Soon, in cui ha detto: "Quando ero nel processo di creazione per la mitologia di Chronicles of Riddick l'idea era di creare una storia, una trilogia, che iniziasse alla fine di Pitch Black".
Anche il regista David Twohy ha continuato a sperare che ci fosse la possibilità di dare una conclusione a questa trilogia con il terzo capitolo, sebbene sapesse che difficilmente tale progetto avrebbe visto la luce in casa Universal. Quello che forse nemmeno il regista sapeva, all'epoca, era che Vin Diesel stava lavorando dietro le quinte. Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, infatti, Vin Diesel si era seduto al tavolo dei negoziati con la stessa Universal. La casa di produzione voleva che Vin Diesel apparisse in un piccolo cameo nel film Fast and Furious: Tokyo Drift, spin-off della saga principale.
Lo scopo di questa apparizione era legare la nuova pellicola all'universo originale e, soprattutto, tenere vigile l'attenzione degli spettatori in attesa del nuovo capitolo dedicato a Toretto. Vin Diesel accettò di partecipare a Tokyo Drift a una sola condizione: invece di essere pagato con un salario concordato, volle tutti i diritti legati al personaggio di Riddick. La Universal accettò e così Vin Diesel apparì nel film spin-off, ma allo stesso tempo ottenne la libertà di fare il terzo film della sua trilogia ideale seguendo il proprio istinto e non le direttive di una major. La Universal accettò comunque di distribuire il film, sottolineando però che non era interessata a realizzarla in qualità di produttore principale.
Regista e interprete principale poterono dunque mettersi a lavoro, ma la produzione rischiò di nuovo di non vedere mai la luce, quando un ritardo nell'arrivo dei finanziamenti portò quasi alla chiusura definitiva del set. Fu di nuovo Vin Diesel a salvare la faccenda, decidendo di pagare la produzione di tasca sua, come si legge su IMDB, finché non fossero arrivati i fondi necessari. Inoltre, come si legge anche su Collider, la difficoltà nel reperire soldi e produttori era legata anche alla volontà di Vin Diesel di fare un film R-Rated, vale a dire vietato ai minori di 17 anni.
Già nel 2013, dunque, la preoccupazione degli studios sembrava essere quella di fare film che non offendessero nessuno e che potessero essere visti dal maggior numero possibili di spettatori. Ma Vin Diesel ha preferito investire i suoi soldi, piuttosto che accettare che uno studios subentrasse nella produzione, cominciando a dettare regole sul R-Rated.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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