La Sirenetta al cinema tra le polemiche: ma è un film che perde la magia Disney

Il grande cult della Disney del 1989 rivive sul grande schermo in un live-action che promette scintille, ma divide chi non accetta i cambiamenti fatti nella storia per piacere al politically correct

La Sirenetta al cinema tra le polemiche: ma è un film che perde la magia Disney

Da oltre due anni non si parla d’altro che del live-action de La Sirenetta. Lo storico film Disney a cartoni animati, arrivato nelle sale nel 1989 e che ha segnato per sempre la cinematografia dei più piccoli (e anche dei più grandi), rivive al cinema dal 24 maggio in un lungometraggio diretto da Rob Marshal (che tra l’altro ha lavorato anche al musical di Chicago). Il film, principalmente, ha catalizzato l’attenzione di sé perché è il lungometraggio che si è scontrato con il "revisionismo storico" del cinema di oggi e con il dilagare del politicamente corretto. Ci troviamo di fronte a tanti cambiamenti, rispetto al grande classico dell'animazione che in molti hanno amato. Prima di tutto, Ariel diventa una sirena nera.

La Sirenetta non è di certo il primo - e non sarà neanche l’ultimo dei film Disney - che ha scatenato accese polemiche, dato che la casa di produzione sembra aver scelto di abbracciare la strada del politicamente corretto. Questo crea una frattura non solo tra i puristi dei classici Disney, ma anche tra chi non vede la necessità di infilare i valori della woke culture ovunque e senza ragione. I risultanti esaltanti ma non troppo al botteghino, inevitabilmente, mettono in moto una serie di considerazioni: dimostra che spingere e calvalcare l'onda del politicamente corretto non sempre è una scelta vincente. Fin da quando è stato annunciato l’arrivo de La Sirenetta nei cinema, il film è stato travolto da una lunga scia di polemiche (e tutt'ora stanno infiammando il web). Nonostante ciò, ad oggi, La Sirenetta è sulla bocca di tutti e si preannuncia uno dei film più discussi della stagione estiva. Ma merita di essere visto?

Una storia universale con una sirena nera

Dalle apparenze, di nuovo c’è ben poco. La favola della Sirenetta resta sempre la stessa, ma è il modo e le intenzioni finali che sono cambiate. Ariel sogna ancora di vivere sulla terra e di trovare l’amore, ma è osteggiata da un padre che la vorrebbe ad Atlantide e al suo fianco. Fino a quando una terribile strega del mare di nome Ursula non propone un patto alla giovane Ariel: la sua voce in cambio di una vita tra gli esseri umani. Ma niente è oro ciò che luccica. Una storia che nella sua anima non cambia il vestito, anzi a dare uno sguardo dal trailer e dalle prime immagine trapelare in rete, il film è perfetto dal punto di vista dello stile e della regia. Tanto da riprodurre molto fedelmente l’immagine del cartone animato ma, in quell'ottica di cambiamenti sociali e culturali, La Sirenetta non è più la stessa che ha fatto sognare migliori di bambine in tutto il mondo. Ariel, come dicevamo, non ha più i capelli rosso fuoco, lisci e con il "frangettone" impomatato. Non ha la pelle bianca ma è nera. Un cambio di rotta che ha trasformato la favola che tutti conosciamo in qualcos'altro, focalizzando l'attenzione non solo su un amore che vince su tutto. Halle Baily è la nuova Ariel che, secondo la stampa americana, convince nel ruolo della nuova Sirenetta. Melissa McMarthy – la celebre Sookie di Una mamma per amica – è Ursula. Il film in sé? Dalle prime recensioni in pochi hanno apprezzato l'esperimento.

Quella canzone ritenuta troppo scorretta

Nell’arco di questi ultimi due anni il pubblico ancora non è riuscito a accettare la nuova immagine di Ariel, e allo stesso tempo, alla luce di alcune dichiarazioni che sono trapelate in rete, non riesce proprio a capire il motivo per cui anche alcune canzoni (e una in particolare) sono state modificate in corso d’opera. In una recente intervista, rimbalzata in rete come una scheggia, il compositore Alan Menken ha svelato di aver cambiato alcune parole della celebre "Baciala": la canzone era ritenuta una sorta di "inno" a compiere un atto contro il consenso di Ariel. Per questa assurda polemica la canzone è stata cambiata, mettendo l'accento sul fatto che Eric non stia facendo nulla contro la volontà della protagonista. Sull’argomento si è accesa una lunga polemica sui social, e in molti non hanno per nulla apprezzato la scelta di revisionare le canzoni, proprio perché, anche la più piccola modifica, snatura il senso stesso delle parole.

Si può "replicare" la magia della Disney?

Di sicuro La Sirenetta è un film che farà molto parlare di sé, ma non è detto che possa essere una tattica vincente. La Disney guarda al nostro presente e cavalca un dibattito politico e sociale molto acceso per cercare di insersi in un contesto più ampio, riproponendo i cult del passato sotto un’altra forma. Se non fosse per questa ossessione per il revisionismo, il fenomeno potrebbe anche essere convincente, ma non è così. Quasi (o forse nessuno) di questi film che arrivano sul grande schermo non riescono a conservare la magia disneyana e quel senso di innocenza che aveva caratterizzato i film a cartoni animati. Ed è questa la perdita maggiore e la sconfitta più grande. La Disney era la casa delle idee, dei sogni, la patria dei buoni sentimenti e dove tutto era possibile. Quello che stiamo vendendo è un prodotto che non può essere messo a paragone con il passato. Di quello che è stato c’è ben poco. Ora è rimasto solo il ricordo e, forse, almeno il ricordo lo si deve preservare.

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Mahmood che presta la voce a Sebastian

Novità di questo live action è la presenza di Mahmood. Il vincitore del Festival di Sanremo per la prima volta si cimenta come doppiatore e presta la sua voce al piccolo e simpatico Sebastian. "La Sirenetta non è solo una favola. Per me è una storia che ha regalato sogni – rivela il cantante durante la conferenza stampa con i giornalisti -. Quando è uscita al cinema ci fu una rottura rispetto alle fiabe tradizionali. Lei per riuscire a vivere getta via la voce e io da musicista faccio fatica a pensarlo – aggiunge -. Però a volte per realizzare i propri sogni è opportuno toccare il fondo".

Il successo dello storico film animato

Nato dopo l’incredibile successo Chi ha incastrato Roger Rabbit, arrivato nei cinema nel 1998, La Sirenetta è riuscita a cavalcare quel successo con agilità e caparbietà. Ha avuto il merito di aver infuso nuova vita all'arte dei film d'animazione Disney, dopo una serie di fallimenti commerciali prodotti fin dai primi anni settanta, dando inizio all'era nota come il "Rinascimento Disney". La Sirenetta venne originariamente progettato come parte di uno dei primi film di Walt Disney, un film biografico a tecnica mista sulla vita di Hans Christian Andersen e sulle sue fiabe più famose. Il progetto venne iniziato nel '39 ma venne cancellato nel '42 a causa di vari problemi, principalmente perché gran parte degli animatori Disney si arruolarono nella Seconda Guerra Mondiale.Nell’85 fu il regista di Basil, l’investigatopo a leggere con attenzione la fiaba originale e a proporre una nuova versione. Fu presentato come film per ragazze ma, alla fine, ha segnato un’intera generazione.

C’erano anche due sequel e una serie tv

Forse in pochi sono a conoscenza che su La Sirenetta ci sono ben due film animati, distribuiti solo in home video, e una serie tv che a metà anni ’90 è arrivata su Canale 5. Con il titolo La Sirenetta – Ritorno agli abissi si racconta la storia della figlia di Ariel e di Eric che sogna il mare e non la terra ferma. A cui si aggiunge il prequel dal titolo Come tutto ebbe inizio che mette in scena la vita di Ariel prima di conoscere Eric. Le nuove avventure marine di Ariel, invece, è una serie che andata in onda per 3 anni – dal ‘92 al ‘94 – e la trama è ambientata prima degli eventi nel film del 1989, e segue le avventure di Ariel che vive ancora con suo padre, Sebastian il granchio e Flounder.

L’immortale favola di Andersen

Tutto questo non sarebbe mai potuto accadere senza la storia, pubblicata nel 1837, di Andersen. Lì non ci sono sirene di colore ma la fiaba si sottopone a molte interpretazioni. Qui più che altrove sono identificabili i riferimenti autobiografici, per quanto celati dietro la finzione fiabesca.

Il tema del "diverso" viene presentato in relazione al contesto amoroso, e la relazione fra la Sirenetta - resa muta - e il bel principe che le si affeziona senza amarla, è stato interpretato come un ritratto della situazione di isolamento sentimentale a cui Andersen si sentiva relegato a causa della sua omosessualità (mai confermata).

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