Errori storici, strafalcioni su Benito Mussolini e, come se non bastasse, uso strumentale dell’immaginario fascista da scagliare contro gli odierni avversari politici. La nuova serie tv M. il figlio del secolo, che ieri ha esordito con i primi due episodi su Sky, è tutto questo ma non solo. A ribadirlo, intervistato sia da Il Tempo sia sulle colonne del Fatto Quotidiano, ci pensa lo storico e noto studioso del Ventennio mussoliniano Giordano Bruno Guerri.
Il saggista, come un professore alle prese con una classe di mascalzoni, prende la penna rossa e ripercorre – in tono polemico – i primi due episodi della serie che vede l’attore Luca Marinelli nei panni del Duce. “L’immagine del Figlio del Secolo venuta fuori nell’ultima serie, anche se ben fatta dal punto di vista cinematografico, non è credibile. È una lettura politica, di parte. Non giova all’antifascismo e non offre una lettura completa della nostra storia”, esordisce senza tanti giri di parole lo studioso. Pur riconoscendo la bravura artistica di Marinelli, il saggista noto per i suoi studi del periodo fascista smonta in piccoli pezzi la narrazione che la serie vuole far passare al grande pubblico.
In primis, ricordando che “in questa serie si sfrutta una corrente di pensiero per cui bisogna recriminare tutto, vigilare sul presente e sul futuro, come se mille ragazzi di Acca Larentia fossero un rischio per la democrazia”. Da qui passa in rassegna tutti gli “strafalcioni storici” che ha notato nella prima parte della serie. “Il protagonista riceve una lettera di d’Annunzio con la calligrafia Mussolini. La scena, poi, del samurai è ridicola. D’Annunzio tra i suoi uomini aveva un giapponese, ma era un quieto docente dell’Università di Napoli”, spiega Bruno Guerri quella che lui stesso definisce una “forzatura”. Poi, in un commento sul Fatto Quotidiano, lo studioso riprende un “gruzzolo” di altri errori storici. Dal Duce che parla di “paradisi fiscali”, una parola che “non esisteva all’epoca”, fino a Benito pilota d’aereo “che imparerà a guidare solo anni dopo”, passando per alcune scene che ricordano“sagacemente Putin”.
Ma l’unico vero e grande obiettivo, stando al pensiero dello studioso, rimane quello di indebolire politicamente la premier Giorgia Meloni e l’esecutivo che presiede. Insomma, prendere l’ossessione fascismo della sinistra e usarla come clava anti-governativa. “Si riparla molto di Mussolini da quando Meloni è al governo.
Il pericolo fascista viene usato a scopo politico, sovrapponendo l’immagine del duce a quella della premier. Non credo, però, che Meloni abbia alcuna intenzione - e possibilità – dittatoriale”, chiarisce una volta per tutte il saggista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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