Affitto studenti fuori sede: come muoversi

Ecco come muoversi per la scelta della casa e la riduzione delle spese di affitto per i fuori sede

Affitto studenti fuori sede: come muoversi
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Con l’inizio del nuovo anno accademico alle “porte”, uno dei problemi principali per gli studenti fuori sede, soprattutto se al primo, è quello di trovare una casa (o, nella maggior parte dei casi una stanza) in affitto.

Per le famiglie che, invece, dovranno sostenere la studentessa o lo studente universitario nel proprio percorso di studi, il tema delle spese per l’affitto rappresentano una questione non di poco conto considerando gli ulteriori costi come l’iscrizione (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo de IlGiornale.It) e il materiale didattico.

Quindi come “ridurre” queste spese e come scegliere al meglio la propria residenza durante il soggiorno per gli studi?

Vediamo come muoversi su questi due aspetti.

Come cercare e scegliere casa in affitto

Di solito, quando uno studente decide di andare a studiare fuori sede si muove verso le grandi città, o comunque, nella maggior parte dei casi, realtà più grandi di quelle di provenienza e questo significa che il costo della vita che dovrà sostenere sarà, quasi certamente, più caro.

Inoltre, c’è da tenere a mente altri aspetti come la distanza, i collegamenti del trasporto pubblico, la tipologia di residenza che si cerca; occorre, dunque, tenere a mente molti aspetti e per questo motivo è utile muoversi per tempo e andare a vedere più case possibili prima di scegliere, avendo presenti le cose “irrinunciabili”.

Sarebbe utilissimo presentare domanda all’ente per il diritto allo studio del proprio ateneo per ottenere una residenza universitaria, ma non è facile. L’opzione, di solito, è quella di trovare casa o i collegi universitari.

La prima cosa da scegliere e se si vuole avere una casa autonoma (difficile dati i costi che si dovranno sostenere) o una stanza. Di solito si opta per la seconda opzione che a sua volta porta alla domanda, ad esempio, se optare per una singola o per una doppia, magari nel caso in cui si frequenti l’università con persone che già si conoscono.

La scelta per la camera condivisa dovrebbe ridurre notevolmente le spese, logicamente facendo attenzione alle caratteristiche della stanza e, in generale della casa; tra gli elementi da considerare ci sono:

  • la funzionalità degli impianti, facendo attenzione che gli impianti elettrici o la caldaia non siano posizionai all’esterno e dunque soggetti alle intemperie, e che siano dotati di salvavita;
  • qualora si dovesse scegliere una stanza singola che questa abbia le dimensioni di almeno 9 mq che diventano 14 mq nel caso, invece, si opti per la doppia;
  • che l’arredamento della casa sia funzionale alle proprie esigenze tra cui, ad esempio, una buona connessione wi-fi.

Dopo questi aspetti occorre vedere la distanza della residenza dal luogo di studi e, qualora sia lontano, che ci siano dei buoni collegamenti. Molto spesso, scegliendo zone un po’ più lontane dall’università ma ben collegate è possibile ridurre notevolmente la spesa per l’affitto da sostenere senza che questo incida notevolmente sulla qualità della vita e il tempo per gli spostamenti.

Fatta la scelta arriva il tema del contratto di locazione, che è essenziale per ottenere gli sgravi fiscali di cui parleremo nel paragrafo successivo.

Il contratto a uso transitorio ha generalmente durata minima di un mese e massima di 18 mesi mentre il Contratto concordato ad uso per studenti universitari fuori sede può avere una durata fra un minimo di 6 e un massimo di 36 mesi.

Gli sgravi per gli affitti dei fuori sede

Attraverso la

dichiarazione dei redditi è possibile inserire le spese di istruzione universitaria rendendole detraibili al 19%.

Per l’affitto, sarà possibile avere una detrazione del 19% dei canoni pagati con un massimale di 2.633,00 euro annui.

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