La delega fiscale è pronta a imporre una maggiore stretta al Fisco nei suoi rapporti coi contribuenti (che si tratti di privati o di aziende), dal momento che sarà a carico dell'Agenzia delle Entrate l'obbligo di fornire "motivazione degli atti impositivi, anche mediate indicazione delle prove sulle quali si basa la pretesa". Con un emendamento durante il suo passaggio in Commissione, inoltre, è stato introdotto il principio secondo cui le disposizioni fissate dallo Statuto del Contribuente diverranno "principi generali dell'ordinamento e criteri di interpretazione adeguatrice della legislazione tributaria".
Statuto del Contribuente
Il che in poche parole significa che nel caso in cui su una norma fiscale sorga un dubbio interpretativo si farà riferimento a quanto determinato nello Statuto: da quel momento, pertanto, nell'ambito interpretativo la bilancia penderà dalla parte dei contribuenti. "Lo Statuto è una delle nome migliori mai scritte ma anche una delle più disattese", dichiara a Il Messaggero il tesoriere del Consiglio nazionale dei Commercialisti con delega all'area fiscalità Salvatore Regalbuto. In sostanza l'art.4 della delega fiscale muterà l'equilibrio dei rapporti tra Fisco e contribuenti."Il rafforzamento dell'onere della prova a carico dell'Agenzia farà in modo che gli atti non siano basati su presunzioni semplici, ma vadano adeguatamente motivati, presentando prove concrete, in modo da colpire realmente l'evasione", puntualizza infatti Regalbuto.
Nella delega fiscale non sarà solo l'art.4 a cambiare i rapporti tra le parti, ma anche la determinazione dell'obbligo per l'Agenzia delle Entrate di realizzare un contraddittorio preventivo con i cittadini o con le imprese prima di emettere un qualsiasi atto di accertamento. Un altro scudo nelle mani dei contribuenti, che fino ad oggi risultavano la parte più vulnerabile, con gli atti fiscali immediatamente esecutivi e i tempi di impugnazione di conseguenza troppo stringenti.
Tra le novità anche il rafforzamento del concetto di "legittimo affidamento" del contribuente, già contenuto nello Statuto all'art.10, secondo cui i rapporti tra privati o aziende e Fisco si devono basare sul principio della buona fede e della collaborazione. Sulla base di ciò "non sono irrogate sanzioni né richiesti interessi moratori al contribuente qualora egli si sia conformato a indicazioni contenute in atti dell'amministrazione finanziaria, o qualora il suo comportamento risulti posto in essere a seguito di fatti direttamente conseguenti a ritardi, omissioni od errori dell'amministrazione stessa".
Oltre questo, secondo quanto previsto al punto 3 del medesimo articolo,"le sanzioni non sono comunque irrogate quando la violazione dipende da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull'ambito di applicazione della norma tributaria o quando si traduce in una mera violazione formale senza alcun debito di imposta".
I commenti
L'attuale sistema sanzionatorio"è al di fuori di ogni logica europea, a partire dall'Iva, va rivisto non per favorire gli evasori ma anche perché ce lo chiede la Consulta", ha dichiarato il vice ministro all'Economia Maurizio Leo nel corso della discussione generale sulla delega. Leo si è detto favorevole allo Statuto dei Contribuenti: "In delega c'è il principio che lo fa diventare una sorta di prelegge a tutto il sistema tributario in attesa che venga elevato a rango costituzionale".
Nessuna intenzione di ridurre la lotta all'evasione fiscale: "Non abbasseremo la guardia", ha garantito Leo, "i recuperi si stanno facendo ma abbiamo un tax gap allarmante: dobbiamo cambiare registro sull'accertamento, come ci chiede anche l'Ocse".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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