Cartelle esattoriali, dilazioni fino a 120 rate: cosa camba da gennaio

In attesa del decreto attuativo, l'Agenzia delle entrate ha confermato che le nuove regole saranno in vigore dal prossimo anno

Cartelle esattoriali, dilazioni fino a 120 rate: cosa camba da gennaio
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Come confermato recentemente dall'Agenzia delle entrate, dal nuovo anno inizierà un nuovo sistema di dilazione per quanto concerne i debiti dei contribuenti col Fisco: il conto riportato dalle cartelle esattoriali potrà essere suddiviso fino a 120 rate mensili. Si resta ovviamente in attesa del decreto attuativo da parte del del ministero dell’Economia e delle Finanze, che dovrà individuare i criteri con cui determinare, tra le altre cose, il parametro della difficoltà economica del debitore.

Lo scopo principale della riforma della riscossione è quello di rendere i meccanismi più semplici e rapidi, considerando il fatto che l'Erario conta debiti per 1.200 miliardi di euro, dei quali, secondo una stima, potrebbero essere recuperabili appena 100 milioni. Tra gli elementi di novità più importanti per coloro i quali vogliano mettersi in regola col Fisco c'è la possibilità di suddividere il debito, nel caso in cui esso sia inferiore ai 120mila euro, in 120 rate, vale a dire il numero ad oggi consentito solo in caso di rateizzazione straordinaria. Per i contribuenti la cui situazione debitoria è superiore a tale soglia, sarà fatto obbligo di dimostrare in modo chiaro una situazione di difficoltà economica.

A partire dal 1° gennaio 2025 si passerà quindi progressivamente dalle attuali 72 rate nelle quali è consentito suddividere il debito fino a un massimo di 120 rate, quindi con un piano di pagamento decennale delle cartelle esattoriali. Punto focale di questa novità sarà per il contribuente quello di dover dimostrare una condizione economica di difficoltà tale da richiedere un allungamento della dilazione del proprio debito: faranno testo per le persone fisiche l'Isee e per le aziende/società gli indici di bilancio.

L'incremento del numero di rate a disposizione dei debitori in difficoltà per poter saldare il conto riportato nelle cartelle esattoriali sarà progressivo: nel biennio 2025/2026 si passerà da 72 fino a un massimo di 84 rate, nel 2027/2028 si salirà fino a 96 rate. Per rateizzazioni richieste dal 2029 sarà possibile suddividere il debito fino a 108 rate, mentre per piani richiesti dal 2031 si toccherà il massimo di 120 rate. Questa progressione si rende necessaria, ha spiegato Maurizio Leo, per evitare ripercussioni sulle finanze pubbliche.

Oltre alla dilazione del debito, un altro aspetto importante della riforma è quello del "discarico": passati 5 anni, l'Agenzia delle entrate dovrà restituire le cartelle inesigibili all'Ente impositore (Inps, Regioni o Comuni, ad esempio), che potrà poi decidere se proseguire o meno con un nuovo tentativo di riscossione. L'obiettivo è quello di puntare solo debiti che è possibile recuperare, evitando di sprecare risorse per quelli evidentemente inesigibili, per i quali la riscossione costa più dello stralcio delle cartelle: la maggior parte di essi risultano infatti legati a contribuenti deceduti, falliti o introvabili.

Quando il credito torna all'Ente, trascorsi i 5 anni, questo potrà decidere se cancellarlo dai propri bilanci, dove figura fino a che esso è affidato all'ente impositore.

Occhio però, si parla solo di stralcio delle cartelle e non del debito: in qualunque monento l'Ente potrà riavviare le pratiche di riscossione, ad esempio nel caso in cui individui nuovi elementi reddituali o patrimoniali dello stesso contribuente debitore.

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