Flat tax, come funziona e a chi conviene

Dal 2015 a oggi il numero di autonomi aderenti al regime forfettario è passato dal 19% al 48%. Il successo della tassa piatta spinge molti ad abbandonare il posto fisso scegliendo una tassazione più favorevole

Flat tax, come funziona e a chi conviene
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Il mondo post Covid ci ha ormai abituato a improvvisi cambi di paradigma, alle eccezioni che diventano regola. Capita così che, anche a fronte delle modifiche fiscali della Manovra 2023 introdotte dal nuovo esecutivo, negli ultimi mesi il regime forfettario sia stato scelto da milioni di professionisti e autonomi. Infatti quasi la metà, circa il 48,1%, di titolari di partita Iva individuale ha optato per la cd “tassa piatta”. Facile stimare, pertanto, che nei prossimi mesi il numero di forfettari crescerà ulteriormente, poiché l’elevazione da 65mila a 85mila euro della soglia massima di ricavi o compensi permette a nuove fasce di professionisti e autonomi di entrare nel regime agevolato.

Il regime forfettario

Il regime forfettario, sostitutivo dell’irpef, è riservato ai contribuenti persone fisiche (senza alcun limite di età) che esercitino libere professioni intellettuali, attività d’impresa o arti, incluse le imprese familiari, a patto che non siano gestite in forma societaria come espressamente elencato e descritto nella circolare dell’Agenzia Entrate n. 9/2019, punto 2.2. Tale regime impositivo prendeva forma nel 2015 (con soglie minori, rispetto alle attuali, con limiti compresi tra i 15mila a 40mila euro) e nelle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2016, la flat tax era stata “sfruttata” solo dal 19,1% di professionisti e autonomi.

L’evoluzione nel tempo

Un piccolo “tagliando” era già stato introdotto nell’anno 2016, in cui erano state riviste al rialzo le soglie, ma il vero boom di “forfettari” ci fu nel 2019, quando il limite dei ricavi e compensi venne semplificato e uniformato per tutte le categorie, portando la soglia a 65mila euro. In questi anni, molte sono state le spinte politiche, soprattutto di una determinata parte, affinché si arrivasse a chiudere, o comunque ridimensionare fortemente, il regime agevolato, visto da alcuni come un ingiusto trattamento nei confronti della massa, come un privilegio di pochi rispetto alla maggior parte della platea di contribuenti, arrivando anche a paventare tratti di incostituzionalità (verrebbe meno la cd “progressività della capacità contributiva).

La riforma del governo

La riforma avviata dall’attuale governo, invece, non solo salvaguarda il regime forfettario, ma nel disegno di legge delega (Ac 1034) indica la flat tax come forma di tassazione generale da raggiungere gradualmente nel corso della legislatura. È chiaro, però, che nel passaggio a un’imposta piatta “per tutti” bisognerà fare i conti con il successo di un regime agevolato ormai di massa, che dovrà anche fare i conti con i famigerati saldi di bilancio pubblico. Gli uffici statistici del MEF hanno segnalato che quasi 2 milioni di autonomi su 3,7 non hanno presentato la dichiarazione Iva nel 2022, soprattutto grazie al forfait.

In considerazione della tutela della concorrenza, sarà poi molto importante monitorare le imprese individuali che, in maniera verosimilmente fraudolenta, hanno dichiarato o dichiareranno un fatturato appena sotto la soglia limite (la cd “sottodichiarazione” dei ricavi), con ciò innescando un paradossale effetto distorsivo della libera concorrenza tra le aziende.

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