Flat tax? In realtà è già presente. Ecco come le sostitutive incidono sull'Irpef

Il fisco italiano è già pieno di tante flat tax, che sottraggono all'Irpef almeno 10 miliardi a cadenza annuale

Flat tax? In realtà è già presente. Ecco come le sostitutive incidono sull'Irpef
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"Questa Europa, questa settimana, ci ha spiegato che la flat tax non la dobbiamo fare, noi sottovoce non glielo abbiamo detto ma ce lo diciamo qua, sovversivi in questa domenica mattina, che c'è già la flat tax", ha dichiarato Matteo Salvini alla scuola politica della Lega.

La flat tax è già realtà

Il vicepremier non ha torto. La flat tax, vista come il regime forfettario delle partite Iva, è già in atto, e sono almeno 2milioni i professionisti a ricorrervi. Nelle dichiarazioni dei redditi relative al 2022, infatti, sono stati tanti i contribuenti a indicare un'imposta sostitutiva di 2,9 miliardi di euro. Nel caso di pagamento di Irpef, Iva e Irap le entrate nelle casse dello Stato sarebbero state chiaramente maggiori.

In totale, spiega Il Sole 24 ore, tante flat tax già presenti riescono a sottrarre ogni anno all'Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) qualcosa come 10 miliardi. E si tratta solo di una stima. Si pensi, ad esempio, all'imposta sostitutiva applicata sui contratti di locazione ad uso abitativo conosciuta come cedolare sugli affitti: 2,7 milioni di locatori ha deciso di ricorrere a questa misura nel 2022, sottraendo all'Erario 2,9 miliardi. Ma ci sono anche misure come la sostitutiva di 100 euro per la raccolta di tartufi e funghi, o l'imposta sostitutiva del 15% sulle attività di lezioni private e ripetizioni degli insegnanti.

Le aliquote agevolate

Nel 2022 le finanze dello Stato hanno ottenuto attraverso l'Irpef un gettito di 205,8 miliardi. Le flat tax sottraggono, come abbiamo visto, circa 10 miliardi, che si traduce in un'erosione del 4,8%. Non costituiscono un danno troppo grande, dunque. Il governo, tuttavia, non potrà non prendendere in considerazione questo dato in sede di delega per la riforma fiscale.

Negli ultimi anni i regimi fiscali sostitutivi sono progressivamente incrementati, indebolendo il cosiddetto "principio dell'onnicomprensività della base imponibile", come dichiarato dalla Corte dei conti. Un problema da non sottovalutare.

La maggioranza che compone il governo intende continuare a ricorrere al principio delle sostitutive (vedi la flat tax incrementale, introdotta dalla Legge di Bilancio 2023, per le partite Iva diverse da quelli che applicano il forfettario) per incoraggiare le dichiarazioni dei redditi. Non si può tuttavia ignorare il fatto che un'imposta sostitutiva, una volta introdotta, è poi difficile da togliere, perché non si vuole scontentare la categoria che ne beneficia.

Addirittura nella delega fiscale viene introdotto il concetto di flat tax come riforma dell'Irpef: un progetto ambizioso, non privo di ostacoli. C'è una bella differenza, infatti, fra decidere di tassare un determinato reddito escludendolo dall'Irpef e modificare direttamente l'Irpef stessa, riducendo il numero di aliquote fino ad arrivare a una sola proporzionale, accompagnata da un sistema di detrazioni e deduzioni.

Le prossime mosse

C'è ancora tempo. È probabile che nella Legge di Bilancio 2024 il governo troverà spazio per quella "flat tax generale" a cui mira.

L'esecutivo potrebbe procedere con una riduzione delle aliquote Irpef, passando da quattro a tre, oppure, come ipotizzato da Il Sole 24 ore, applicare un prelievo sostitutivo sulle tredicesime. È tutto da vedere.

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