"Nessun aumento". Ecco tutta la verità sulle accise

L’obiettivo del governo, previsto nel Piano strutturale di Bilancio, è quello di incrementare le entrate riducendo i sussidi considerati dannosi per l’ambiente

"Nessun aumento". Ecco tutta la verità sulle accise
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Non ci saranno aumenti delle accise sui carburanti, come chiarito da una nota del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha definito infondate le notizie relative a un possibile incremento. L’obiettivo del governo, previsto nel Piano strutturale di Bilancio, è quello di incrementare le entrate riducendo i sussidi considerati dannosi per l’ambiente, in linea con le indicazioni europee. In ogni caso, la modalità per attuare questo piano e reperire le necessarie coperture economiche, senza aggravare ulteriormente la tassazione nel settore dei trasporti, è ancora in fase di discussione. L’intento è di risparmiare 2 miliardi entro il 2025, riducendo questi incentivi già previsti nel Piano nazionale energia e clima (Pnie) presentato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin a Bruxelles.

Le parole dell'esecutivo

Sulla questione il ministero dell’Economia ha rimarcato che “sulla base degli impegni Pnrr, delle Raccomandazioni specifiche della Commissione europea e del Piano per la transizione ecologica approvato nel 2022, il governo è tenuto ad adottare misure volte a ridurre i sussidi ambientali dannosi (Sad). In questo contesto rientrano anche le minori accise che gravano sul gasolio rispetto a quelle sulla benzina: è allo studio un meccanismo di allineamento tra i livelli delle rispettive accise. In ogni caso l’intervento non si tradurrà nella scelta semplicistica dell’innalzamento delle accise sul gasolio al livello di quelle della benzina, bensì in una rimodulazione delle due”.

Quanto pesano le imposte

Le imposte, composte da accise e Iva, incidono per il 60% sul prezzo finale della benzina e per il 56,2% su quello del gasolio. Escludendo le tasse, il carburante in Italia risulta più economico rispetto alla media europea, ma una volta aggiunte le imposte, il prezzo per il consumatore finale più che raddoppia, posizionandosi tra i più alti dell’Unione Europea. Attualmente, le accise sono di circa 73 centesimi al litro per la benzina, superate solo da Olanda e Germania, e 62 centesimi al litro per il gasolio, il livello più alto in Europa. Questa differenza ha generato un sussidio implicito di circa 3,4 miliardi di euro nel 2021 a favore del gasolio, che è più inquinante. L’obiettivo è ridurre questo vantaggio rispetto alla benzina. La disparità ha alimentato il dibattito sulla necessità di riequilibrare la tassazione tra i due carburanti, con l’intento di ridurre il vantaggio fiscale del gasolio, che contribuisce maggiormente all’inquinamento. L’obiettivo del governo è progressivamente allineare il trattamento fiscale dei due combustibili, favorendo una maggiore sostenibilità ambientale.

Le ipotesi in campo

Escludendo l’ipotesi di portare le accise sul diesel allo stesso livello di quelle sulla benzina, già scartata dal Mef, restano due opzioni. La prima possibilità prevede un compromesso, con un aumento di 5,5 centesimi per il diesel e una corrispondente riduzione per la benzina.

La seconda strada, invece, si basa su una neutralità del gettito, considerando che i consumi di gasolio sono quasi tre volte superiori a quelli della benzina: ciò comporterebbe un aumento di circa 4 centesimi per il diesel e una riduzione di circa 7 centesimi per la benzina. La prima ipotesi garantirebbe un lieve incremento di entrate fiscali.

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