Pochi velivoli e biglietti più cari: cosa c'è dietro la crisi delle compagnie aeree

Tra ritardi nelle consegne e mezzi fermi per riparazioni e manutenzione, gli aerei sono pochi: inevitabili gli aumenti dei costi per volare

 Pochi velivoli e biglietti più cari: cosa c'è dietro la crisi delle compagnie aeree
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Tra ritardi nelle consegne dei mezzi e aerei fermi per riparazioni e manutenzione, numerose compagnie aeree iniziano ad avere dei problemi a mantenere i rispettivi collegamenti, a causa del numero inferiore di velivoli a disposizione: questa situazione comporta in genere delle ripercussioni sul prezzo finale dei biglietti.

Pochi velivoli

Tra le società più in difficoltà c'è Wizz Air, che ha circa un quinto della propria flotta di 41 aerei fermi nell'attesa di risolvere problemi ai motori. Oltre ciò 20 Airbus di ultima generazione sono ancora bloccati all’aeroporto polacco di Bydgoszcz, a sud di Danzica, e ulteriori 15 si trovano invece fermi a Ostrava, nella Repubblica Ceca.

Come già anticipato, non va meglio a Ryanair, che ha annunciato di avere in programma un aumento del costo dei biglietti per via dei ritardi nella consegna di una serie di aeromobili della Boeing da tempo attesi. La compagnia irlandese, secondo accordi stretti col colosso di Seattle, avrebbe dovuto ricevere 57 modelli Max 737-8200 al più entro la fine del prossimo mese di aprile. I minuziosi controlli di qualità dei velivoli, specie dopo l'incidente della Alaska Airlines, impediranno di raggiungere la quantità auspicata nei tempi previsti: la speranza è di arrivare a 50 mezzi almeno entro fine giugno, ma è una previsione troppo ottimistica.

"Il nostro programma per l'estate 2024 prevedeva l'acquisto di almeno 50 aeromobili", aveva dichiarato l'amministratore delegato O'Leary. "Non sappiamo con certezza quanti ne riceveremo: siamo abbastanza sicuri che arriveremo a un numero tra i 30 e i 40. Siamo ragionevolmente fiduciosi che saremo tra i 40 e i 45. E ora siamo molto meno sicuri che arriveremo tra i 45 e i 50". La prima conseguenza del taglio delle rotte sarà l'aumento dei biglietti: "Stiamo mettendo in conto un aumento delle tariffe del 5-10%", aveva annunciato O'Leary.

Voli cancellati

Qualche problema lo stanno riscontrando in tal senso anche altre compagnie aeree, tra cui Turkish Airlines e Aegean Airlines. Il problema, riferisce Il Corriere, è che numerosi mezzi sono fermi per le manutenzioni ordinarie e quelle straordinarie: il noleggio dei pochi velivoli a disposizione costa sempre di più, e ciò si ripercuote anche sulle tasche dei viaggiatori di tutta Europa. Le richieste e le prenotazioni restano infatti inalterate, e anzi sono in aumento rispetto allo scorso anno: a mancare sono proprio i velivoli, e potrebbe essere così per tutto il periodo più delicato, che va in genere da aprile fino a ottobre. A causa di questa carenza, nei primi tre mesi dell'anno sono state già cancellate circa 193mila partenze in tutta Europa. Le stime parlano di ulteriori 115mila cancellazioni tra aprile e giugno, ma sono numeri presumibilmente destinati a crescere.

Problemi ai motori Airbus

Una gran parte dei problemi pare connessa coi motori di ultima generazione Pratt & Whitney Geared Turbofan (Gtf) di Rtx, installati sugli Airbus A320neo e A321neo, sugli A220 e sugli Embraer E2, aerei a corridoio singolo che coprono in genere distanze medio/brevi. La scorsa estate Rtx rilevò delle crepe nei dischi della turbina ad alta pressione, il che ha comportato l'ispezione di 1.200 motori sui circa 3mila velivoli in servizio. Il problema è che l'ingorgo e la mancanza di pezzi di ricambio ha causato l'innalzarsi dei tempi di lavorazione, schizzati da 100 a quasi 350 nel 2024 e 400 in previsione per il 2025.

Secondo l'Iba, la principale società di consulenza e intelligence del mercato aeronautico, sono attualmente fermi 385 A320neo e A321neo, i cui motori P&W sono da controllare. Di questi ben 287 risultano a terra da oltre due mesi. Un’altra società specializzata, la Ch-Aviation, stima che circa il 18% della flotta mondiale di A320-A321neo non si trova impegnata in volo. Le compagnie che hanno subito maggiormente il contraccolpo sono Wizz Air (41 velivoli fermi), Turkish Airlines (circa 30), Lufthansa (14) e Vueling (13).

Scarseggiano i Boeing

I Boeing non segnalano problemi ai motori, come detto in precedenza, ma hanno pesanti ritardi nelle consegne per via dei minuziosi controlli sui modelli Max 737-8200. "Ciò comporterà alcune lievi modifiche all'operativo, con riduzioni di frequenze sulle rotte esistenti, piuttosto che tagli alle nuove rotte", ha spiegato Ryanair. Gli aeroporti interessati saranno Dublino, Milano Malpensa, Varsavia e quattro scali portoghesi.

I rincari

Cosa accade in Italia? Nel nostro Paese a gennaio, secondo le stime de Il Corriere, le tariffe sono aumentate del 26% rispetto al 2023 tanto per quanto concerne i collegamenti con l’Europa, quanto quelli nazionali.

Leggermente inferiori gli incrementi di febbraio (+17% sulle rotte internazionali, +8% su quelle nazionali). Nuovo aumento a marzo, coi costi dei biglietti saliti del 16% sulle tratte internazionali e del 15% su quelle interne. Si attende un aumento a due cifre anche nel secondo trimestre del 2024.

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