I punti chiave
Con la delega fiscale, il governo Meloni ha intenzione di abbattere i costi elevati sui servizi primari, e non solo, riducendo le aliquote Iva fino ad arrivare a quella "zero" per determinati prodotti come quelli per l'infanzia e per i beni primari. "A me sembra un intervento saggio", ha dichiarato recentemente il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, al Il Sole 24 Ore sulla riforma fiscale.
Ipotesi aliquota zero
Nel caso dei generi alimentari, si va verso un cambiamento che riguarda alcune aliquote in particolare: se quella del 4% "non si può toccare, quelle del 5 e del 10 sì", ha spiegato Leo, facendo l'esempio di una bottiglia d'acqua che dal 22% di oggi potrebbe passare al 10% rivisitando anche l'aliquota che riguarda carne e pesce. Ma non è tutto perché la novità più importante per le tasche degli italiani è rappresentata da quell'aliquota zero di cui abbiamo parlato sul Giornale.it: se l'Europa chiede che si debba mantenere l'aliquota ordinara che sia almeno al 15%, due pari o superiori al 5% e una inferiore a questa cifra, la zero sarebbe "l’esenzione con diritto alla detrazione dell’Iva sugli acquisti", ha sottolineato Leo.
Pane, pasta, latte ma anche prodotti per neonati o anziani sarebbero a Iva zero come si era già parlato in fase preparatoria alla Legge di Bilancio di quest'anno ma che in quel momento non aveva potuto trovare seguito per colpa dei costi elevati che non avrebbero dato beneficio alle famiglie. Tra le altre novità già in atto, come ricorda IlSole24Ore, c'è l'Iva al 5% che riguarda alcuni prodotti dell’igiene intima femminile e il 5% quella sui prodotti dela prima infanzia (es. latte in polvere, pannolini), che la rendono quasi uguale (4%) ai prodotti come il latte. Il nuovo governo, insomma, ha messo mani a quello che la scorsa legislastura aveva affossato: adesso va capito quali saranno i servizi e i beni a cui applicare una determinata aliquota con una classificazione ben precisa.
Cosa succede agli immobili
Oltre ai generi alimentari che hanno per ovvie ragioni la priorità, la legge delega ha intenzione di riformare anche il settore italiano degli immobili. Se non sarà possibile detrarre l'Iva su acquisti, affitti e il recupero dei fabbricati abitativi "per le imprese diverse da quelle che svolgono in via esclusiva o prevalente attività edilizia nel settore abitativo. Si punta in questo modo a mettere mano all’indetraibilità oggettiva per rendere la detrazione coerente con l’operazione per la quale è utilizzato il bene o è acquistato il servizio", spiega il quotidiano economico.
Intanto, l'Europa ha una situazione eterogenea che va da un'unica aliquota che c'è in Danimarca, al 3% del Lussemburgo per arrivare al 27% dell'Ungheria: per questo motivo Bruxelles chiede omogeneità con una
direttiva che si potrà applicare soltanto dal 1° gennaio 2025 per concludersi sei anni dopo. Ciò significa che i membri Ue avranno tutto 2023 e 2024 per mettersi al passo con i decreti attuativi e le riduzioni delle aliquote.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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