Il 2023 continua con il segno meno per quanto riguarda l'inflazione: nel mese di febbraio è scesa al 9,1% rispetto al 10% fatto registrare a gennaio, quasi un punto percentuale in meno. L'ottima notizia è, però, la frenata dagli aumenti dei prezzi sul carrello della spesa che, seppur minimi, fanno registrare un +12,7% rispetto al +12,2% del primo mese dell'anno. Per porre un freno, però, il governo Meloni combatte con ogni mezzo il costo della vita con la concreta ipotesi dell'Iva zero sui generi alimentari di prima necessità.
Qual è lo scenario
Anche se i prezzi dei beni energetici calano, accelerano quelli degli alimentari come spiegato dall'Istat: i lavorati passano al 15,5% (dal 14,9%), i non lavorati salgono all'8,7% (prima era l'8% pieno). Per questa ragione il Codacons ha emesso il suo grido d'allarme: attenzione alle famiglie perché "nonostante la decelerazione del tasso generale registrata dall’Istat negli ultimi due mesi, i prezzi dei prodotti più acquistati dai cittadini rimangono a livelli elevatissimi". Nel caso specifico, ed è per questo che il governo è pronto a mettere mano, a preoccupare sono gli aumenti sui generi alimentari che sono saliti al "13,2% su base annua e dell’1,5% rispetto al mese precedente".
La Grande distribuzione organizzata (Gdo) ha visto aumenti nelle sue vendite secondo i dati dell'Osservatorio sulla Gdo dell’Area Studi Mediobanca: 6,7% in più nel 2022 rispetto all'anno prima.
Ipotesi prodotti a Iva zero
A questi numeri preoccupanti, come detto, c'è un chiaro obiettivo del governo che indica una strada favorevole ai consumatori e alle famiglie italiane: attualmente esistono quattro aliquote, quella ordinaria del 22%, il 10% che riguarda ad esempio la fornitura di gas, luce e usi domestici e quelle alimentari del 4 e 5%. Ebbene, per dare un calcio al caro-vita potrebbe arrivare l'aliquota zero che eliminerà l'obbligo e darà il diritto a una detrazione. Ma quali sono gli alimenti di prima necessità maggiormente indiziati? Ovviamente pane, pasta e latte innanzitutto ma non è escluso che possa riguardare anche altri cibi. Il viceministro all'economia, Maurizio Leo, ha spiegato al Sole24Ore che "quella del 4% non la si può toccare, quelle del 5 e del 10 sì. Oggi una bottiglia d’acqua ha il 22%, si può riportare al 10%. Si può rivisitare l’aliquota della carne e del pesce.
O ancora pensare a un’aliquota zero per i prodotti dell’infanzia o per beni di prima necessità".Ecco l'allargamento di cui si ipotizzava: anche i prodotti per l'infanzia rientrerebbero in questo piano di governo che andrà discusso nelle prossime settimane.
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