Rimborso Tari per mancata raccolta immondizia: ecco chi può richiederlo

Importante sentenza della Corte di Giustizia tributaria di Roma. Ecco cosa si può fare se il servizio di ritiro della spazzatura non funziona

Rimborso Tari per mancata raccolta immondizia: ecco chi può richiederlo
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Nel caso in cui il servizio di ritiro della spazzatura venisse a mancare, creando disagi e problemi al cittadino, quest'ultimo ha diritto a un rimborso delle spese sostenute per il pagamento della Tari. A stabilirlo è stata una storica sentenza della Corte di Giustizia tributaria di Roma, che ha riconosciuto ai residenti di un quartiere una parte di quanto versato.

Tari e mancato ritiro dei rifiuti

Con il termine Tari ci riferiamo a quel tributo versato dai cittadini di ogni Comune e destinato a sostenere i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Si tratta, in sostanza, di una cifra che viene pagata affinché i rifiuti prodotti vengano raccolti e smaltiti, mantenendo il decoro della cittadina e garantendo l'igiene delle strade. Non sono infrequenti, fra l'altro, le polemiche di molti cittadini, che puntano il dito contro i costi onerosi a cui spesso non seguono servizi adeguati.

Le tariffe variano a seconda di quanto stabilito dal Consiglio comunale di riferimento, che stabilisce una cifra in base ai costi che figurano nel piano finanziario proposto e approvato sulla base di quanto richiesto dal gestore del servizio di raccolta.

Ma cosa succede quando, nonostante il pagamento, la spazzatura non viene raccolta? Purtroppo casi di questo genere si sono ripetuti spesso, e in varie zone dello Stivale.

La sentenza storica

Una svolta importante arriva da una sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di Roma, che si è espressa sul caso di un quartiere della Capitale. Stanchi della situazione in cui versavano le loro strade, i residenti del quartiere Settebagni avevano presentato formale richiesta di rimborso Tari relativamente agli anni 2017-2018.

Il quartiere Settebagni è stato infatti uno dei più problematici quando a Roma scoppiò il caso gestione rifiuti. Nella loro richiesta di rimborso, gli abitanti denunciavano la presenza di spazzatura ammassata per le strade, oltre che incursioni di cinghiali, ratti, blatte e insetti di vario genere. In una sentenza del 2020, ai residenti venne riconosciuto un rimborso del 20%, ma la vicenda giudiziaria non si è chiusa qui, perché Roma Capitale ha presentato ricorso.

Nel 2022 la Corte di Giustizia Tributaria ha dato ragione ai cittadini, riconoscendo le colpe di Rima Capitale e di Ama. Non solo. Dal 20% si è passati a un rimborso dell'80%. Al Comune sono stati concessi 120 giorni per rimborsare della Tari i cittadini coinvolti, ben 40 persone. Stiamo parlando di una cifra che si aggira intorno ai 20mila euro.

Una sentenza davvero importante, che costituisce un fondamentale precedente per tutti coloro che chiedono un rimborso a seguito di una mancata raccolta dei rifiuti.

Cosa sapere sul rimborso Tari

Si può chiedere un rimborso della Tari in caso di doppio pagamento, o di metratura errata, Non solo. Si può richiedere che venga restituita parte della cifra in caso di gravi mancanze da parte dell'amministrazione o della società che si occupa della raccolta dei rifiuti. In questo caso è importante documentare tutto, con foto e video. Le immagini sono utili per mostrate la situazione.

Per chiedere rimborso, oltre a rivolgersi a un legale di fiducia, si sede seguire la procedura del Comune. In alcuni casi c'è da compilare un modulo, in altri basta un'autodichiarazione.

L'importante è che l'istanza venga presentata entro 5 anni dal pagamento. Quando si chiedere un rimborso per pagamenti non conformi per errori di calcolo, il Comune dovrebbe intervenire entro 180 giorni.

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