Arrivano nuove indicazioni in merito al funzionamento del riscatto di laurea per poter accedere prima alla pensione. Nell’ultima comunicazione a riguardo, datata 30 dicembre 2022, l’Inps fornisce alcune indicazioni sul calcolo per l’anno 2023, oltre ad uno strumento per la simulazione dello stesso. Vediamo in cosa consiste, a chi conviene e come ottenerlo.
Che cos’è il riscatto di laurea
Il riscatto del corso di laurea è uno strumento che permette di valorizzare ai fini pensionistici il proprio corso di studi. Esso è valido solo a condizione che l’interessato abbia completato il percorso e conseguito il titolo di studio. È possibile riscattare i vecchi diplomi universitari e diplomi di laurea, come anche i diplomi di specializzazione, le lauree triennali, magistrali e specialistiche e i dottorati di ricerca. Valgono anche i diplomi rilasciati dagli Istituti di alta formazione artistica e musicale, purché i corsi siano iniziati nell'anno accademico 2005/2006 o più tardi.
Non vengono conteggiati gli anni fuori corso, ma solo quelli ‘ufficiali' del proprio corso di studi. Si possono riscattare anche due o più corsi di laurea, e a richiedere il riscatto possono essere anche persone inoccupate e non iscritte ad alcuna forma obbligatoria di previdenza, o che non abbiano iniziato l’attività lavorativa in Italia o all’estero.
Quando si può anticipare la pensione con il riscatto della laurea
Ad oggi, escludendo chi può utilizzare quota 103, si può lasciare il lavoro e andare in pensione una volta maturati 41 anni e 10 mesi di contributi (per le donne) o 42 anni e 10 mesi (per gli uomini). La pensione può arrivare prima per chi ha iniziato a versare contributi prima dei 25 anni (donne) o dei 24 anni (uomini).
Poiché con il riscatto di laurea si aggiungono gli anni di studio ai propri contributi, ciò equivale ad anticipare il momento in cui si è iniziato a lavorare. In pratica, una persona che avesse iniziato a versare contributi all'Inps quando aveva 26 anni, potrebbe vedere questa età abbassata di tre anni, anticipando quindi l’età della pensione.
Nel caso di chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 e può accedere alla pensione anticipata contributiva con 64 anni di età e 20 anni di contributi effettivi, se la prima pensione è pari ad almeno 2,8 volte l'assegno sociale (cioè, per il 2023, 1409,16 euro in tutto), riscattare la laurea può aiutare a raggiungere questa soglia per andare in pensione prima.
Ancora: stando ad alcune simulazioni, chi ha tra i 30 e i 45 anni e lavora da quando ne aveva 24, riscattando la laurea anticiperebbe la propria pensione di 2-3 anni. Meno vantaggioso, invece, potrebbe essere per chi, tra i 50 e i 55 anni con 23-25 anni di contributi, riscattandola rischierebbe di vedere addirittura ritardata la propria età pensionabile. Per gli altri il riscatto dovrebbe “garantire” un anticipo dell'entrata in pensione di un certo interesse.
Criteri per il calcolo
L’onere di riscatto dei periodi del corso di studi è determinato con le norme che disciplinano la liquidazione della pensione con il sistema retributivo o con quello contributivo, tenuto conto della collocazione temporale dei periodi oggetto di riscatto.
Ai fini del calcolo del riscatto di laurea per l’anno 2023, bisognerà suddividere i periodi in due principali categorie: periodi da riscattare collocati nel sistema retributivo della pensione; periodi da riscattare collocati nel sistema contributivo della pensione.
Nel primo caso, secondo l’articolo 13 della legge 1338 del 1962 (criterio della riserva matematica), per i cittadini che faranno richiesta del riscatto di laurea i cui periodi saranno considerati nel sistema retributivo della pensione, l’onere da sostenere varierà in base ad età, periodo da riscattare, retribuzioni recenti e sesso.
Per quanto riguarda i periodi da riscattare che si collocano nel sistema contributivo, invece, l’onere legato al riscatto di laurea andrà calcolato applicando l’aliquota contributiva in vigore al momento della data di richiesta per accedere al riscatto di laurea.
Quanto costerebbe
Ricorrendo a un esempio pratico, qualora si volesse riscattare quattro anni di laurea e si sia presentata domanda di riscatto nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti al 31 dicembre 2022, considerando una retribuzione lorda degli ultimi 12 mesi meno remoti pari a 32.170 euro l’importo da pagare per riscattare quattro anni sarebbe pari a 42.464,4 euro (32.170×33% =10.616,1 x 4 anni = 42.464,4).
Ricapitolando: chi ha conseguito la laurea entro il 1995 deve pagare una somma calcolata con la regola cosiddetta della riserva matematica. Chi si è laureato dal 1996 in poi, invece, dovrà calcolare la cifra da pagare in percentuale, basandosi sulla retribuzione media conseguita nell'anno precedente alla richiesta di riscatto, e moltiplicandola per ogni anno di università che si riscatta.
Le lauree ottenute dal 1996 in poi – e anche quelle precedenti, per chi aveva già versato un contributo quando si è laureato e ha scelto il sistema contributivo- si possono riscattare in forma agevolata. Il costo dell'agevolata può essere inferiore: 5360 euro per anno universitario, deducendo la somma dalle proprie tasse. L'effetto sulla pensione, però, è ridimensionato: si tratterebbe di circa 20 euro lordi per ogni anno di università.
Il pagamento può avvenire in una sola soluzione o a rate (fino a un massimo di 120 rate mensili) senza interessi. Si paga tramite PagoPA o con addebito direttamente sul conto corrente. Negli scorsi anni si è più volte ventilata l'ipotesi di rendere gratuito il riscatto della laurea, ma di fronte a un costo stimato di circa 4 miliardi di euro per l’Inps, l’ipotesi è rimasta tale.
Le novità Inps per il 2023
La novità legata al riscatto di laurea 2023 è costituita dalla nuova funzione del simulatore online messo a disposizione direttamente all’interno del portale Inps.
L’Istituto ha deciso infatti di ampliare le funzioni e gli strumenti legati al simulatore per il calcolo del riscatto di laurea, già disponibile sulla piattaforma istituzionale, integrandole con il calcolo basato sul criterio della riserva matematica. Altra funzione che viene integrata nel nuovo simulatore, riguarda la possibilità, per il lavoratore, di valutare gli effetti di un eventuale passaggio al sistema contributivo rispetto al calcolo dell’onere per il riscatto.
A cosa serve e come si usa il simulatore Inps
Il simulatore che permette di conoscere gli effetti del riscatto del corso universitario di studi sulla futura pensione è di libera consultazione, non essendo richieste credenziali per il suo utilizzo.
La finalità della simulazione è di valutare l’effetto potenziale del riscatto degli anni di laurea e pertanto – fa sapere l’Inps nel suo documento - prima di adottare qualsiasi decisione riguardo situazioni lavorative che abbiano riflessi sulla posizione assicurativa individuale, è opportuno avvalersi della consulenza delle Strutture territoriali Inps o degli Enti di Patronato.
Va tenuto anche presente che, nel corso della simulazione, viene indicato un importo futuro della pensione ipotetica, che pur essendo ricavato in base alle regole di calcolo nei sistemi retributivo e contributivo, non rappresenta una stima esatta dell’importo che sarà erogato, in quanto il calcolo non è collegato all’effettiva posizione assicurativa, ma prende in considerazione solo i dati immessi dall’utente. Una simulazione di questo tipo può comunque essere utile per farsi un’idea di massima di quanto si “guadagnerebbe” in termini di anni.
Qualora lo si desideri, inoltre, sarà possibile utilizzare gli altri servizi dell’Istituto, accessibili con la propria identità digitale (come SPID almeno di livello 2, CIE e CNS) per stime più precise, basate sui dati dell’utente presenti
negli archivi Inps (periodi lavorati, contribuzione versata, ecc.).Nella sezione ad accesso riservato l’utente potrà anche inoltrare la domanda di riscatto all’Istituto, qualora decida di avviare l’iter per la richiesta.
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