La Tari 2023 aumenta un po'dappertutto: da Sud a Nord inizia infatti a essere sempre più lunga la lista dei Comuni che hanno deciso di ritoccare verso l'alto la tassa sui rifiuti.
A Napoli si arriverà addirittura fino a un + 20%, anche se la vera e propria stangata si registrerà, come annunciato dall'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta, solo nell'ultima rata, abbattendosi come una scure sui conti delle famiglie del capoluiogo campano nel 2024.
Perugia dovrà fare i conti con un aumento della Tari sia per le utenze domestiche (+ 4,2%) che per quelle non domestiche (+ 4,7%), secondo ciò che ha deliberato la giunta proprio la scorsa settimana. Per il Comune, che nel 2022 dalla tassa aveva incassato 48,9 milioni di euro, significherà mettere le mani su un milione di euro in più (49,9 milioni nel 2023). Più ridotti, invece, gli aumenti a Torino, dove la Tari aumenterà dell'1,20%.
A Padova, città in cui la tassa era già stata ritoccata verso l'alto del 7% nel 2022, si procederà con un ulteriore aumento sia per quanto concerne le utenze domestiche (+ 3,63%) che quelle non domestiche (+ 2,89%). Di lieve entità l'incremento Tari ad Ancona, dove nel 2023 si pagherà lo 0,6% in più. Anche i piccoli comuni soffriranno per i rincari: a Castel Maggiore (Bologna), l'incremento arriverà fino al 3%.
A Roma lo scorso anno le tariffe si sono ridotte sia per le utenze domestiche (- 4%) che per quelle non domestiche (- 6,5%), soprattutto per il fatto che è stata recuperata circa la metà dell'evasione fiscale stimata dal Comune per la Tari. L'ipotesi più plausibile è che la tassa rimanga inalterata, in attesa del completamento del termovalorizzatore che dovrebbe, almeno nei piani di Gualtieri, portare a una riduzione significativa delle aliquote (- 20%). Riduzione in vista a Milano, dove le utenze domestiche verseranno una Tari più "leggera" mediamente del 3,6%.
Il Mezzogiorno
Al Sud la stangata sarà più violenta, dichiara il segretario confederale Uil Ivana Veronese, che da tempo analizza la situazione delle tariffe applicate sullo smaltimento dei rifiuti lungo tutto lo Stivale. "La Tari pesa soprattutto sul bilancio delle famiglie del Centro-Sud", dichiara infatti, come riportato da Il Messaggero, dato che ben "nove delle prime dieci città dove la Tari è più alta sono ubicate in quest’area del Paese". Il peso della Tari risulta maggiore laddove il servizio è meno efficiente, considera in conclusione il segretario, per cui ciò avviene proprio"al Sud, dove in svariati Comuni il ciclo integrato dei rifiuti non è ancora stato completato".
Dati Uil
Tra 2017 e 2021, secondo i dati emersi da uno studio del Servizio lavoro coesione e territorio della Uil condotto su 107 capoluoghi di Provincia, la Tari è aumentata mediamente del 6,7%.
Le famiglie italiane hanno versato in media 309 euro nel 2021, contro i 305 euro del 2020 ed i 290 euro del 2017.I dati peggiori ad Agrigento (488 euro a famiglia nel 2021), Crotone (475 euro) e Pisa (473 euro). Nelle città Metropolitane è andata peggio a Reggio Calabria (460 euro), poi a Napoli (440 euro) e a Bari (413 euro).
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