Dove conviene fare la spesa? Ecco quali sono i supermercati più vantaggiosi

Contro il carovita si può risparmiare (e molto) sul carrello della spesa se si scelgono i giusti supermercati e punti vendita: ecco i risultati dell'indagine nazionale

Dove conviene fare la spesa? Ecco quali sono i supermercati più vantaggiosi
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I rincari autunnali non fanno bene alle tasche degli italiani: come abbiamo visto sul Giornale.it costa tutto di più, dalle bollette ai carburanti ma soprattutto i generi alimentari. Se in molti casi diventa molto difficile risparmiare, sul carrello della spesa si può invece fare molto come dimostra un'indagine approfondita di Altroconsumo che ha stimato in quasi 3.500 euro il risparmio per ogni famiglia se si scelgono i supermercati giusti dove indirizzare gli acquisti e acquistando prodotti meno costosi.

Le classifiche

L'indagine ha preso in esame un numero maggiore di 1.200 punti vendita sparsi nel territorio nazionale con analisi di oltre 1,6 milioni di prezzi: è venuto fuori che anche i discount, rispetto al 2022, hanno aumentato i loro listini del 12,6% ma nonostante questi rincari il risparmio complessivo può essere davvero notevole e arrivare alla cifra scritta prima.

Altroconsumo ha stilato varie classifiche di punti vendita "vincitori" per quanto riguarda il rapporto qualità-prezzo: chi fa la "spesa mista", ossia compra prodotti di marca ma anche i più economici può rivolgersi a Famila Superstore che si trova al primo posto con un punteggio complessivo di cento, ossia la catena con i prezzi più bassi nel periodo delle rilevazioni. Andando a spulciare la classifica che riguarda i discount, quindi le catene con i prodotti più economici al primo posto ecco piazzarsi In's Mercato subito seguita da Aldi ed Eurospin che si trovavano al vertice lo scorso anno. Gli esperti spiegano però che sui prodotti meno cari "le differenze tra le insegne non sono così marcate. Anzi, sembra che i discount si siano allineati e che quindi ci sia meno possibilità di risparmiare tra una catena e l’altra rispetto a quando si fa una spesa mista".

Per quanto riguarda i prodotti di marca venduti nei supermercati e ipermercati, al primo posto sul risparmio troviamo Esselunga Superstore insieme a Famila Superstore (già capolista per la spesa mista). Secondo l'analisi di Altroconsumo, anche qui le differenze sono minime ma non per Carrefour Market che si distacca notevolmente dalle altre catene. Infine, gli acquisti sui prodotti a marchio commerciale in supermercati e ipermercati convengono maggiormente su Spazio Conad: si tratta dei prodotti che possiedono il marchio della catena che consenten notevoli risparmi su quelli "di marca" ma che cercano anche di limitare l'avanzata dei discount.

Le differenze Nord-Sud

Nel nostro Paese, poi, ci sono enormi differenze tra città del settentrione e meridione ma anche all'interno delle stesse: Cremona, per esempio, tra il punto vendita più caro e più economico passa un risparmio che arriva addirittura al 25%, a Caserta soltanto dell'1%. C'è da dire che al Sud, nella strangrande maggioranza dei casi, i costi sono inferiori rispetto alla media nazionale. Per fare altri esempi concreti, a Mantova se si sceglie il giusto punto vendita si possono risparmiare anche 1.600 euro in un anno e lo stesso discorso vale anche per Roma, Bologna, Bergamo e Reggio Emilia con risparmi al di sopra dei 1.300 euro.

"Il caro prezzi taglia del 4,6% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 che sono però costretti però a spendere comunque il 7% in più a causa dei rincari determinati dall'inflazione", ha messo in luce un'analisi di Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nei primi sette mesi di quest'anno rispetto allo stesso periodo del 2022.

"La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che - aggiunge Coldiretti - volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,7% a gennaio-luglio nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio". Quanto accade nei discount evidenza le problematiche in cui si trovano le famiglie italiane "che spinte dai rincari orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità".

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