Non ci sono stati soltanto gli algoritmi a far aumentare a dismisura il prezzo dei biglietti dei voli aerei in quest'estate da record quanto a rincari. I cosiddetti "servizi extra" da aggiungere al semplice costo del biglietto sono ormai raddoppiati rispetto allo scorso anno e addirittura triplicati rispetto al periodo pre-pandemia. A meno che non si decida di partire soltanto con un bagaglio a mano di piccole dimensioni, qualsiasi altra aggiunta (trolley, bagaglio in stiva e altri servizi) fa lievitare il prezzo finale.
Il salasso sui servizi "extra"
L'analisi è stata effettuata dal Corriere sulle principali low cost che operano in Italia, ossia Ryanair, WizzAir, EasyJet, Vueling e Volotea pari a oltre il 70% dei passeggeri che viaggiano da e per l'Italia. La differenza è chiara sin da subito: sui vari siti c'è un prezzo iniziale che non tiene conto di nessuna delle voci che verranno poi proposte successivamente, è il biglietto "nudo e crudo": man mano che si procede nell'acquisto ecco spuntare gli "extra" che riguardano imbarco prioritario, bagagli (a bordo e stiva) e la scelta del posto. L'analisi media sui voli nazionali e internazionali del trimestre estivo di quest'estate è stato confrontata sia con il 2022 ma anche con il 2019 prima che scoppiasse la pandemia.
"Aumenti record"
Ebbene, i risultati sono chiari: se quattro anni fa un passeggero spendeva spendeva mediamente poco più di nove euro per aggiungere il trolley a bordo, nel 2022 il prezzo medio si è portato a quasi 14 euro per arrivare a toccare 30 euro nel 2023. "L’aumento, rispetto a quattro anni fa, è stato del 217%, e rispetto a dodici mesi prima del 115%. Un record", spiegano gli analisti. Eppure, soltanto quattro anni fa EasyJet e Volotea offrivano quest'opzione gratuita prima di accordarsi ai colleghi delle altre compagnie che offrivano questi servizi a prezzi ragionevoli.
Quando si acquista il trolley a bordo c'è automaticamente il servizio dell'imbarco prioritario che adesso è diventato prassi comune visto che sono più i "priority" rispetto a chi non ce l'ha. L'analisi del quotidiano mostra che le due opzioni insieme fruttano alle compagnie una media di 30-45 euro a passeggero, in alcune tratte aeree addirittura superiori ai 50 euro. Ma cosa succede a chi vuole imbarcare il bagaglio in stiva? Occhio al peso: quelle che non superano gli 8-10 kg hanno subìto rincari dell'80% rispetto al 2019 mentre il bagaglio di 20 kg (in alcuni casi 23kg) costa mediamente il 58% in più rispetto al periodo pre-pandemico con una spesa che da 33 euro è salita a 50 euro e oltre.
Le compagnie low cost, poi, non ti danno la possibilità di scegliere il posto a sedere gratuitamente: a meno che non si voglia tentare la fortuna con l'assegnazione casuale, chi vuole stare comodo (uscita d'emergenza, più spazio per le gambe) o nelle prime file deve pagare: anche in questo caso aumenti fra il 30-35% rispetto agli anni pre-Covid con posti che possono essere acquistati per cifre comprese tra 21 e 29 euro nelle primissime file, 15-19 euro nella parte anteriore dell'aereo e 6-9 euro in quelle posteriori.
Insomma, uno più uno più uno e le compagnie aeree guadagnano ben più del semplice costo del biglietto "nudo e crudo" se un passeggero decidesse di imbarcarsi senza portare nulla e senza velleità sul posto a sedere. Questi ricavi, chiamati "ancillari", fruttano oltre 100 miliardi di euro per le low cost diventando una fonte di ricavi sempre più importante e, è proprio il caso di dirlo, prioritaria.
"Stiamo cercando di vendere sempre di più i prodotti extra. Ci siamo posti come obiettivo di aumentare gli introiti ancillari ogni anno di un euro a passeggero e ci stiamo riuscendo", ha dichiarato al Corriere József Váradi, ammistratore delegato di Wizz Air.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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