Clinica del sonno, assolti gli ex vertici di Ville Turro e Fondazione San Raffaele

Secondo l'accusa avrebbero moltiplicato il numero dei ricoveri, anche quando non necessari, per gonfiare i rimborsi pubblici. Ma per il tribunale «il fatto non sussiste»

Assolti Luigi Ferini Strambi e Pasquale Mazzitelli dalle accuse di truffa al Sistema sanitario nazionale e falso in atto pubblico il primo in qualità di responsabile del Centro del sonno dell'ospedale San Raffaele-Ville Turro, il secondo all'epoca dei fatti contestati direttore sanitario. I pubblici ministeri Grazia Pradella e Tiziana Siciliano avevano chiesto 3 anni per Ferini Strambi e 2 anni e 4 mesi per Mazzitelli. Il giudice della terza sezione penale ha assolto anche la Fondazione centro San Raffaele del Monte Tabor imputata per l'illecito amministrativo previsto dal decreto legislativo 231 del 2001 che impone agli enti giuridici la predisposizione di modelli organizzativi utili a prevenire la commissione da parte dei propri dipendenti La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Sofia Fioretta con la formula «perché il fatto non sussiste». Alla lettura del dispositivo, a cui tra novanta giorni seguiranno le motivazioni, i difensori degli imputati hanno applaudito. Il giudice ha inoltre rigettato le domande risarcitorie di Asl Città di Milano e Regione Lombardia, costituite parti civili. L'avvocato regionale, Antonella Forloni, aveva chiesto 3 milioni come risarcimento dei danni patrimoniali e altri 2 per il danno di immagine. Ferini Strambi e Mazzitelli erano accusati di aver in sostanza gonfiato i valori delle prestazioni svolte tra il 2004 e il 2006 per far lievitare in modo esponenziale i rimborsi da parte della Regione, truffando quasi 3 milioni di euro. Soprattutto, in base a quanto contestato al termine delle indagini svolte dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, attraverso la falsa attestazione sulle cartelle cliniche della necessità di procedere al ricovero dei pazienti per svolgere esami da erogare in regime ambulatoriale. Sotto la lente della Procura, in particolare, il polisonnogramma, un programma di cura del sonno che i pazienti eseguono a casa con un apparecchio fornito dalla struttura e si presentano in clinica solo il giorno dopo per scaricare i dati. Invece, secondo la Procura, gli imputati avrebbero fatto figurare nelle cartelle cliniche centinaia di ricoveri con una media di tre giorni e punte di 17. Su 1.748 cartelle cliniche controllate nei tre anni di riferimento, «il 75 per cento dei ricoveri sono di tre giorni qualunque sia la patologia, non si guarda in faccia nessuno, hai l'epilessia, hai problemi di impotenza. Devi tenere occhi fissi al portafoglio», aveva detto il pm Siciliano durante la requisitoria.

A partire dal terzo giorno di ricovero le tariffe dei rimborsi all'epoca passavano da 130 a 1.800 euro. La Guardia di finanza aveva eseguito il sequestro preventivo di 2.889.091,18 euro, ritenuti il provento dei rimborsi illeciti. Soldi poi dissequestrati dalla Cassazione.

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