Il Colle: "Crisi globale, ma l'Italia sa cosa fare" Sull'Ue: "È una sola"

Per Napolitano il Paese ha "individuato i passi per disinnescare la crisi", ma non può farcela senza l'Europa. Sulla Primavera araba: "Finora reazioni Ue non all'altezza"

Il Colle: "Crisi globale, ma l'Italia sa cosa fare" Sull'Ue: "È una sola"

La crisi finanziaria "ha una portata destabilizzante di cui è difficile misurare i limiti" perché "investe le radici dell’Unione europea, minaccia la stabilità economica ed il benessere del mondo intero", secondo Giorgio Napolitano, che è fiducioso: "L’Italia fa, e, ne sono certo, farà la sua parte. Abbiamo la coscienza di avere individuato i passi essenziali da compiere per disinnescare una crisi che non nasce in Europa ma viene da lontano". Persino, il Capo dello Stato ne è convinto, da "ben oltre i confini dei 17 o dei 28". "Se per l’Europa la posta in gioco è altissima, le ricadute interessano il mondo intero", ha spiegato.

Il presidente della Repubblica ha quindi ricordato come non si possa pensare che il Paese possa farcela senza l'Europa: "Il percorso per uscire dalla crisi è europeo e sovranazionale. Non ci sono scorciatoie nazionali", nonostante anche grazie alla difficile situazione finanziaria, l'Italia abbia "riscoperto una coscienza unitaria e nazionale che è sopravvissuta in passato a prove difficile e saprà vincere le sfide impegnative che ci stanno davanti".

Concludendo quello che "è stato un anno di forti emozioni e perduranti apprensioni", il Capo dello Stato rilancia il Paese e l'Unione europea che "di fronte ad una crisi finanziaria senza precedenti nella decennale storia della moneta unica, ha dedicato intensamente le sue energie alla difficile ricerca della via del risanamento, della disciplina fiscale, del rilancio della competitività"

Per questo motivo, il monito del Colle si rivolge a chi vorrebbe una Ue a due velocità: "L’Europa rimane una. Immaginarne due o ancor più, significherebbe scivolare su un piano inclinato al fondo del quale non rimarrebbe alcuna Europa". Piuttosto, per Napolitano c'è bisogno di "un’Europa sempre più integrata", anche se "dal 2008 si è fatta impellente la necessità di un nuovo sistema di governance economica globale". Un sisema in cui non si potrebbe comunque rinunciare all’euro, che va difeso con "determinazione": "La stabilità dell’economia mondiale è strettamente legata alla tenuta della moneta unica"

Il Capo delo Stato ha parlato poi anche della Siria ricordando che "l’Italia appoggia le iniziative della Lega Araba e incoraggia l’azione del Consiglio di Sicurezza per far cessare le violenze contro la popolazione e disinnescare le tensioni che minacciano anche la stabilità dei paesi vicini". Parlando più in generale della Primavera araba, secondo Napolitano finora le reazioni dell’Europa "non sono state all’altezza del momento storico che questa parte del mondo sta vivendo". L’Unione europea, inoltre, "non può pensare di isolarsi dai fermenti di rinnovamento della regione, né di appaltarne la gestione ai soli paesi europei che si affacciano a Sud".

E il presidente della Repubblica ha accennato anche alla morte di Vaclav Havel, "ispiratore

protagonista, da Praga, di un risveglio democratico di coscienze e popoli che ha pacificamente unificato il nostro continente. Una scomparsa che "ci richiama alle più alte ispirazioni e motivazioni del progetto europeo".

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