Giorgio Napolitano ne è convinto: uscire dal tunnel della crisi è possibile. A condizione che si facciano sacrifici, e che ci sia "coesione sociale". Il che "non può significare immobilismo", ha aggiunto il Capo dello Stato che ha ricordato come La coesione sociale è un impegno importante, ma non può significare nel Paese "ci sono spinte troppo conservatrici. Non si può continuare ad andare avanti come si è andati negli ultimi decenni". Nel campo delle riforme istituzionali, poi, si sono "accumulati molti ritardi e non sarà facile superare il bicameralismo nonostante gli appelli"
Il rilancio dell'Italia, però, deve arrivare anche grazie "all'attuazione del federalismo fiscale è un dovere, è previsto dal titolo quinto della Costituzione, bisogna rispettarlo o modificare l’articolo che lo richiede". Senza dimenticare la questione delle Province, "rimasta a metà".
E soprattutto, per il presidente della Repubblica, è necessario agire per ridurre la spesa pubblica: "E' difficile impedire che abbia un impatto negativo sulla crescita. Ci vuole uno sforzo per selezionare bene quali riduzioni fare alla spesa pubblica. Ci vuole una rassegna puntuale di tutte le voci della spesa pubblica per vedere quali tagliare e quali no, tagliarle alla cieca è una linea fuorviante", ha sottolineato Napolitano nella sua seconda giornata di visita a Bologna.
Il monito è sempre lo stesso: agire oggi per non lasciare "sulle spalle delle generazioni più giovani e di quelle che verranno questa spaventosa eredità".
Per Napolitano, "perfino dal punto di vista morale non possiamo lasciare il peso del debito pubblico accumulato" ai futuri italiani: "Dobbiamo allentare quel vincolo, nel nostro interesse e perchè nostri partner e competitori non lo tollerano". Il Capo dello Stato, del resto, non esclude che dalla crisi economica esca un’Italia "materialmente impoverita", ma si augura "che esca più sobria e più giusta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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