Com’era l’Italia prima dell’Italia

Nove appuntamenti serali in Santa Maria delle Grazie alla scoperta delle origini della nazione Dalla Repubblica romana al «trasformismo», fatti e misfatti che hanno portato all’Unità. Gli appuntamenti

Com’era l’Italia prima dell’Italia

Nell’ambito delle iniziative per il 150° dell’Unità d’Italia, il ciclo «Lezioni di Storia», che tra marzo e aprile tornerà con nove appuntamenti alla basilica di Santa Maria delle Grazie, è senz’altro di particolare pregio. Dal 2 marzo, ogni mercoledì fino al 27 aprile, sempre alle ore 21 e a ingresso libero, sempre con l’introduzione di Chiara Continisio, docente dall’Università Cattolica, il tempio quattrocentesco aprirà le porte ai milanesi e non solo, per rinnovare il grande successo delle due precedenti edizioni. Lo farà affrontando dalle più differenti angolazioni un tema complesso e affascinante insieme che dà il titolo all’iniziativa: «L’Italia prima dell’Italia», ovvero «nove appuntamenti con la storia che precede e prepara la nascita della nazione». Partner progettista della manifestazione, promossa dall’assessorato alla Cultura di Milano e sostenuta da Pirelli e Bnl, l’editore Laterza: «Una famiglia pugliese con molti lettori al Nord», l’ha definita l’assessore Finazzer Flory, alla presentazione di ieri a Palazzo Marino. Chiaro l’obiettivo del progetto, illustrato da Giuseppe Laterza: «Indagare e scoprire dove sono i fattori, positivi e negativi, che da Roma in poi hanno portato all’idea dell’azione unitaria della penisola italiana». Del resto, ogni celebrazione è un’occasione perduta se non diventa momento di analisi e di riflessione. «Per questo il ciclo di lezioni - ha proseguito Laterza - vuole essere un vero e proprio “laboratorio italiano“, ambientato, grazie all’ospitalità dei padri domenicani, in un luogo d’incontro perfetto, un simbolo per Milano e i milanesi, religioso, civile e civico insieme». Per trattare di argomenti, a corollario del fatto principe dell’Unità, che hanno sempre già nel titolo la «questione». Come la lezione d’esordio, che parlerà del passaggio dalla tirannide alla legge, alla nascita della Repubblica romana. Ma tanti sono i temi significativi che troveranno argomentazione grazie all’intervento di docenti provenienti da diverse università italiane: l’idea di straniero, vero leitmotiv della storia d’Italia o, meglio, degli italiani, con «ciascuna parte dell’Italia che pensava che gli italiani fossero gli altri», ha sottolineato Laterza. Oppure la questione della lingua, attraverso i passaggi evolutivi di Dante, Manzoni, Cattaneo. E ancora il felice e produttivo rapporto di interconnessione tra scienza e umanesimo, «punto fermo» e motore di crescita formidabile nella tradizione italiana, che tuttavia nella storia recente ha perso progressivamente spinta e vigore (e purtroppo se ne vedono le conseguenze), sviluppato nel confronto tra Galileo e Leopardi.

Per concludere con un argomento particolarmente provocatorio: il trasformismo, vissuto attraverso la storia di Liborio Romano, esponente della nobiltà borbonica il quale, trattando segretamente con Cavour, accoglierà Garibaldi in una città dove l’ordine viene garantito dall’accordo con i capi camorristi, per poi entrare da deputato nel primo parlamento italiano. Nasce la nuova (e antica) Italia.

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