Marcello Chirico
Si deciderà questo pomeriggio, con una riunione di maggioranza, la distribuzione di presidenze e vicepresidenze delle 7 commissioni consigliari della Regione insieme a quelle «speciali». Di questultime, una - quella sullo Statuto - e probabilmente anche unaltra - su Arese - andranno alle opposizioni, come lo stesso centrosinistra aveva chiesto nelle scorse settimane e il governatore Roberto Formigoni si è detto disponibile ad accontentare, nonostante le riluttanze del Carroccio.
Laccordo, però, deve essere ancora raggiunto nella Cdl pure sulle altre presidenze, soprattutto per quanto riguarda una delle commissioni più importanti: quella sulla sanità, per la quale erano già in corsa Fi e An e, allultimo momento, si è aggiunto pure lUdc, creando un bel parapiglia. E questo perché loriginaria ripartizione delle presidenze prevedeva lassegnazione al partito di Follini della sola II commissione (Affari Istituzionali) ma limpuntamento udiccino per ottenere invece la sanità ha improvvisamente rimescolato le carte. Se a tutto questo si aggiungono le rivendicazioni di An su quella medesima commissione («abbiamo governato la sanità per 10 anni e siamo quindi allaltezza di esprimere persone allaltezza, in grado di aiutare lassessore Cè a lavorare meglio» la spiegazione del capogruppo Roberto Alboni) e le pretese di Forza Italia di far valere maggiormente il proprio peso politico, chiedendo 4 presidenze anziché le 3 già concordate, la soluzione appare più ingarbugliata di quella che poteva apparire giorni fa.
Laltro problema riguarda la concessione di una presidenza «di garanzia» alle opposizioni (nel caso specifico, quella della commissione Statuto), su cui la Lega si era detta fermamente contraria fino a qualche giorno fa. Nelle ultime ore, però, il Carroccio ha modificato la propria posizione, passando da un no secco a un ni. Seppur a determinate condizioni. Una su tutte: che quella presidenza non venga assegnata a un centrista. «Non siamo pregiudizialmente contrari a concedere presidenze alla minoranza - ha chiarito il capogruppo leghista Stefano Galli - ma lo saremmo se fossero assegnate a esponenti della Margherita, perchè gli accordi sottobanco tra questa forza politica e il governatore sono un dato di fatto. Lo dicono tanti segnali, a cominciare dal progetto formigoniano di creare un partito con respiro nazionale e che raccolga adesioni fuori dalla Cdl. Ci opporremo a qualunque mossa in grado di favorire questo processo». La presidenza del Pirellone ha definito tutto ciò «un abbaglio».
E a «destituire le ipotesi leghiste di ogni fondamento» è intervenuto pure il capogruppo della Margherita, Guido Galperti, il più disponibile ad accogliere linvito alla collaborazione fatto da Formigoni. «A Galli - ha aggiunto Galperti - vorrei ricordare che lUnione ha presentato le proprie richieste alla maggioranza negli incontri, peraltro non clandestini, tenutisi prima dellinsediamento del consiglio. Incontri ai quali ha partecipato pure la Lega».
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