Il compagno Majorino cala la maschera

Con il candidato dem chi vuole legalizzare la cannabis e i paladini dei diritti Lgbt

Il compagno Majorino cala la maschera

Dai Radicali al comitato per la legalizzazione della cannabis, dal paladino dei diritti Lgbt al virologo, ma soprattutto ex membro del comitato tecnico-scientifico della Lombardia durante la pandemia Francesco Pregliasco. E poi Michele Usuelli di +Europa («rappresento insieme ad amici e compagni una componente laica, radicale, più europeista»), già candidato nella lista civica di Majorino prima che il suo stesso partito abbia deciso se aderire o meno alla coalizione che vede il Pd alleato al movimento 5Stelle. «Una lista civica che ha al suo interno persone che vengono da esperienze amministrative, professionisti, cittadini, rappresentanti della società civile - dice Majorino - Le nostre storie hanno radici diverse, ma in politica la contaminazione è un fatto importante e significativo. E in Lombardia indispensabile».

Ecco quindi che il candidato dem ed europarlamentare del Pd Pierfrancesco Majorino che si prepara ad affrontare come candidato del centrosinistra Attilio Fontana e Letizia Moratti per il Terzo Polo, cala la maschera e si presenta più di sinistra che mai. Come per altro i milanesi hanno imparato a vedere negli anni che l'hanno visto in consiglio comunale e in giunta con Pisapia prima e Sala poi.

Che Majorino, infatti, sia di idee radicali è noto: sua l'istituzione del Registro delle Unioni civili , del Registro delle dichiarazioni anticipate di fine vita, la battaglia per l'educazione gender nelle scuole, il pic nic e i cortei per i migranti e la Casa dei Diritti per la difesa e la tutela delle persone contro ogni discriminazione, da cui arriva Mauro Grimoldi, psicologo. O meglio psicologo giuridico, Ctp e Ctu del Tribunale di Milano e tra i vari incarichi anche responsabile scientifico della Casa dei Diritti del Comune dal 2014 al 2019.

La lista «è nata con questa idea ed è frutto di un cammino compiuto dai civici, partendo dall'esperienza di Gori e Ambrosoli, a cui in questi anni si sono aggiunte altre storie». In nome dell'impegno al servizio dei lombardi in molti, come Pregliasco e Paladini, dicono di aver voluto abbandonare la loro «comfort zone» nel tentativo di cambiare il governo della Regione.

Tra loro anche la vicesindaca della città metropolitana di Milano Michela Palestra e l'ex co-presidente dei Verdi europei Monica Frassoni. Loredana Poli, assessore del Comune di Bergamo, Marco Troiano sindaco di Brugherio, Dino De Simone di Alleanza verde e civica (Avec). Barbara Bonvicini, già presidente dei radicali e vicepresidente di Meglio legale che «ringrazia per l'opportunità che le è stata data di permettere alla sinistra di trattare il tema della cannabis come un fenomeno socio sanitario e non di sicurezza, come fa il centrodestra». Ci sono anche Giulia Crivellini, Tesoriera di Radicali Italiani e Alicia Ambrosini di Possibile, disabile che vive nelle case Aler intenzionata a «portare dei problemi per trovare soluzioni» e Luca Paladini fondatore e portavoce dei «Sentinelli» di Milano, associazione che si batte «per il diritto di vivere in un mondo libero da discriminazioni», Alessandro Macchi, del movimento europeista di Volt e Michela Palestra.

Il capolista a Milano e la star del gruppo è Fabrizio Pregliasco che ha collaborato con la Regione per tutta l'emergenza Covid e ora dice di «credere che sia venuto il momento di una discontinuità rispetto al fallimento di una sanità che ha punti di eccellenza, ma credo che ci voglia un coordinamento e una gestione a livello della Regione per far sì che le eccellenze che ci sono siano per tutti». Pregliasco non nasconde la sua ambizione di diventare assessore alla Sanità in caso di vittoria. E aggiunge che «i cittadini si lamentano per i tempi di attesa per una visita. Lo sappiamo: abbiamo un problema non da poco. Credo che sarà una scommessa».

«In un mese abbiamo già spostato

l'obiettivo elettorale della nostra competizione - attacca Pierfrancesco Majorino - e lo dico con rispetto per Letizia Moratti, ma oggi è evidente che la sfida è tra me e Attilio Fontana che però ha paura del confronto».

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